CAMPANIA FELIX AL MOMENTO GIUSTO
Nove al termine, giochi ancora aperti. Capolista e fanalino di coda già designati, difficile che questi due punti fermi vengano a cadere, ma i giochi relativi agli spareggi sono aperti, apertissimi. Sei squadre per quattro posti al sole dei play-off, tutte le altre (una decina) a combattere per evitare di precipitare nei play-out. Sarà campionato vero fino alla fine, e la primavera servirà a molti per cercare di uscire dal torpore.
NAPOLI (51 punti) ***. Non sembra avere inseguitrici alle spalle, ed è per questo che è bastato un colpo in trasferta per ipotecare la B. Il progressivo recupero di uomini fuori condizione ed un calendario in discesa potrebbero spingere Reja a provare nuove soluzioni tattiche e a lanciare qualche giovane, cercando così di offrire qualcosa di positivo ad un pubblico ancora orfano di un gioco accettabile.
FROSINONE (44 punti) ** La continua emergenza non ha certamente aiutato Ivo Iaconi, ma la flessione dei suoi è stata evidente. Dove sono le triangolazioni, le aperture e gli schemi messi in bella mostra fino a poco tempo fa? La fase difensiva resta un cruccio enorme, il tallone d’Achille che probabilmente impedirà ai ciociari di restare in corsa fino alla fine.
SANGIOVANNESE (42 punti) *** Ha imparato a giocare a ritmi non esasperati, pur conservando il 3-4-3 come idea di base. Dovrà comunque mantenere alta la guardia e preservare gli equilibri di una difesa che spesso ha tradito. Gli innesti di Macellari e Fiumicelli hanno dato compattezza alla squadra.
GROSSETO (41 punti) *** La partenza di Pellicori ha incoraggiato Benedetti a cercare nuove soluzioni, e la manovra della squadra si è fatta meno prevedibile. Il valore aggiunto è quel Russo che in cabina di regia offre forza e soluzioni, mentre a destra l’impagabile Gessa sembra a corto di fiato. Il gruppo è solido, difficilmente mancherà l’obiettivo.
SASSARI TORRES (39 punti) *** Miracolo o fuoco di paglia? Lo diranno le prossime uscite, sta di fatto che se una rondine non fa primavera, neanche una sconfitta può cancellare quanto di buono è stato fatto negli ultimi tempi. Se però gli esterni finiscono la benzina e qualche giocatore perde la testa, allora ogni discorso si complica.
PERUGIA (39 punti) *** Paolo Stringara si è subito imposto facendo di necessità virtù, sfruttando l’emergenza per impostare immediatamente un 3-4-3 che ha messo alle corde il Pisa. Il modulo deve ancora essere metabolizzato, ma le idee per mettere finalmente Cellini e Myrtaj in condizione di segnare non mancano. Calendario in salita, ma il nuovo corso venderà cara la pelle.
LUCCHESE (36 punti) ** Simoni ha in mano una Ferrari e nonostante questo non riesce a guidarla. Logico che il presidente sia irritato e che il tecnico gli debba spiegazioni, perché a gennaio sono stati spesi un bel po’ di soldini e l’allenatore non trova il coraggio per rischiare giovani importanti che rappresentano il presente ed il futuro dei toscani. Non partecipare agli spareggi con una squadra del genere sarebbe un fallimento senza mezze misure.
MANFREDONIA (32 punti) ** Tre sconfitte di fila in casa, qualche errore tattico di troppo e sogni di gloria che vanno a farsi benedire. D’Adderio non convince più del suo predecessore, e la sua squadra è fin troppo prevedibile: un tempo corre, l’altro passeggia. Eppoi, Vadacca è un jolly prezioso e Mariniello non va tolto dal campo. La squadra, peraltro, non riesce ad esprimere un gioco apprezzabile, costringendo spesso i soli Barusso e Piccioni a caricarsi i compagni sulle spalle.
LANCIANO (31 punti) ** Arrivare ad una salvezza tranquilla sarà un obiettivo importante, perché la difesa è falcidiata da infortuni e gli equilibri dell’ambiente rischiano di rompersi dopo il "caso-Paris". Zerbini non sta facendo rimpiangere Di Gennaro, e l’operazione avrà fatto sicuramente bene alle casse della società che potranno sulle entrate che verranno dalla cessione di alcuni giovani interessanti.
FOGGIA (30 punti) ** L’effetto-Fiorucci sembra essersi esaurito, e la cessione di Moro pesa. La partenza di un giocatore pur importante non può, in ogni caso, giustificare da sola il difficile momento di una squadra in grado di evitare le sabbie mobili, sempre che non vengano a cadere alcuni punti fermi come la solidità difensiva ed il fiuto del gol di Cantoro.
GELA (30 punti) * La stagione dei siciliani è ad un bivio, ed il bivio si chiama Frosinone. Il ritiro anticipato serve a scuotere un gruppo che non sa più vincere né segnare. Il mercato di gennaio è stato indolore, ma non ha portato quell’attaccante di peso che a questa squadra serviva come il pane. Il calo (fisiologico) di elementi importanti come Abate, Levacovich e Carboni ha fatto il resto, e non servirà a molto esonerare Pensabene in caso di mancato successo in casa della vice-capolista.
JUVE STABIA (29 punti) **** E’ la squadra del momento, e l’oscar va a Di Somma perché con poco a disposizione è riuscito a realizzare un piccolo miracolo sportivo. I giocatori sono caricati come non mai, cercano la giocata semplice e vivono di certezze, quelle che porta una difesa solidissima, un centrocampo che pende dal genio di Agnelli e dalla generosità degli esterni, un attacco che fa leva sull’impressionante lavoro di Castaldo. Sacrificio e determinazione, qualità che Di Somma ha portato insieme all’umiltà, quella stessa che nessuno dovrà smarrire.
PISA (29 punti) * E’ in arrivo una nuova rivoluzione, perché l’esonero di Toma non poteva essere la panacea di tutti i mali. Il vulcanico presidente Covarelli paga scelte sbagliate a ripetizione, e se a creare confusione ci si mettono pure gli allenatori il quadro è nero: cambi di modulo ed esclusioni incomprensibili hanno generato una squadra senza mordente, incapace di tenere botta in trasferta.
MARTINA (28 punti) * La domanda, a tre mesi di distanza, resta immutata: perché esonerare Trillini? Simonelli non ha portato nulla di nuovo, anzi con il "professore" in panchina la situazione è peggiorata. Se poi Lisuzzo dà forfait, Mitri non è più lui e il centrocampo non fa girare la squadra, allora salvarsi sarà davvero difficile, soprattutto perché di gioco non se ne vede più neanche l’ombra.
MASSESE (28 punti) * D’Arrigo deve numerose spiegazioni alla società: passi l’involuzione di gioco "voluta" dal tecnico, che ha preteso una squadra più concreta e meno spettacolare, ma dopo gli innesti "pesanti" di gennaio la situazione è addirittura degenerata. I quattro gol presi a Lanciano dovrebbero portare il club a trarre delle conclusioni importanti, perché senza una scossa forte la squadra è destinata a capitolare.
ACIREALE (27 punti) * Che ci può fare Ugolotti se, per esigenze di bilancio, gli hanno rotto il giocattolo? De Palma non è Giglio, e tolto l’unico punto di riferimento il meglio che si può fare è evitare di prendere gol, cosa che non servirà per evitare quei play-out che sembrano una certezza. Se poi Genevier non è più lo stesso di un tempo, c’è davvero da preoccuparsi.
PISTOIESE (23 punti) ** Un mercato intelligente ed il ritorno di Tedino. Se non altro, alla società non potrà essere rimproverato nulla dopo che in inverno ha apportato i necessari correttivi per sperare nella salvezza. Ed i risultati di queste mosse, gli ultimi, sono sotto gli occhi di tutti. La difesa è solida, e se Di Nardo continua così conservare la categoria e cancellare un’annata disgraziata non sarà un’utopia.
CHIETI (18 punti) * E’ un film già visto, un caos annunciato. La squadra è la peggiore del torneo, e non poteva che occupare l’ultimo posto. La società è un fumoso enigma, ed è a rischio la sua stessa sopravvivenza. La domanda nasce spontanea: perché chiedere il ripescaggio per poi esporre città e tifosi alle solite figure barbine?