Decisione del prefetto scatena caos tra tifosi

La confusione creatasi attorno al match tra Juventus e Napoli all’Allianz Stadium di Torino ha raggiunto il culmine a seguito della controversa decisione del Prefetto di Torino, che ha negato l’accesso ai tifosi napoletani residenti a Napoli e provincia a meno di 24 ore dalla partita. La decisione, motivata da ragioni di ordine pubblico e legata agli eventi violenti successi a Cagliari, ha escluso dal Settore Ospiti molti tifosi azzurri, nonostante i biglietti fossero stati già venduti da tempo.

A complicare ulteriormente la situazione, il Tar del Piemonte ha accolto il ricorso di un tifoso napoletano, consentendogli l’accesso allo stadio insieme a suo figlio, rendendo evidente il caos decisionale. La sentenza, che ha sospeso il divieto solo per i due ricorrenti, è stata giustificata dalla personalità professionale del genitore e dal fatto che i due non costituivano un gruppo organizzato, riducendo il rischio di fomentare scontri tra tifoserie.

Tuttavia, la decisione ha lasciato un segno profondo, sollevando interrogativi sulla gestione della sicurezza e sui criteri adottati per limitare l’accesso ai tifosi. Il caos è stato evidente fuori dallo stadio, anche perché numerosi sostenitori napoletani, provenienti dalle altre province della Campania sono riusciti giustamente ad entrare. Alla fine, circa 1000 tifosi azzurri, residenti prevalentemente al Nord o al di fuori della provincia di Napoli, hanno potuto assistere alla partita.

La confusione generata dalla decisione del prefetto ha alimentato malcontento e proteste, lasciando molti tifosi frustrati e sollevando dubbi sull’efficacia delle misure adottate per evitare possibili disordini.
Questo episodio rischia di avere effetti a catena su future decisioni relative alla gestione della sicurezza negli stadi italiani.

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