E SOSA DIVENTO’ EROE PER CASO
NAPOLI (3-5-2): Iezzo; Cannavaro, Maldonado, Domizzi; Grava, Bogliacino, Gatti (1' st Sosa), Dalla Bona (29' st Trotta), Savini; Calaiò (38' st Montervino), De Zerbi. A disp.: Gianello, Giubilato, Rullo. All.: Reja
PIACENZA (4-3-3): Coppola; Nef, Campagnaro, Iorio, Anaclerio; Riccio, Patrascu, Nocerino; Stamilla (37' st Degano), Simon (19' st Cacia), Rantier (32' st Lazzari). A disp.: Cassano, Olivi, Gemiti, Gobatto. All.: Iachini
ARBITRO: Marelli di Como
Assistenti: Nicoletti e Romagnoli
Quarto uomo: Calvanese
MARCATORE: st 35' Sosa
NOTE: temperatura mite, terreno in buone condizioni. Osservato un minuto di raccoglimento in memoria dell'ispettore Filippo Raciti e del dirigente della Sanmartinese Ermanno Licursi. Partita giocata a porte chiuse. Espulso Calaiò al 43' st dalla panchina. Ammoniti Cacia, Trotta. Angoli: 10-4 per il Piacenza. Recupero: 1' pt, 4' st
NAPOLI. Cambia la cornice, talvolta l'artista, non la scena dipinta nel quadro. Basta una pennellata a dieci minuti dalla fine (che novità) per consegnare al Napoli la decima vittoria stagionale, l'ottava per 1-0. Il gol porta la firma di Sosa, protagonista di un film al quale non avrebbe dovuto partecipare. Il "Pampa" ha rilevato Gatti ad inizio ripresa, ma quel posto in campo toccava a Bucchi, così aveva deciso Reja. Poi il "giallo": l'ex re dei bomber della B non è nella distinta consegnata all'arbitro, al suo posto c'è Amodio che in realtà se ne sta in tribuna. Risultato: panchina corta, soltanto sei uomini tecnicamente utilizzabili, fortuna che qualcuno se ne è accorto evitando al Napoli un ko a tavolino. Non l'ha presa bene Bucchi, ma stavolta la colpa è soltanto di chi ha compilato le formazioni. Proprio quella persona è passata da dilettante ad eroe, perché poi Sosa ha corretto di testa un cross dalla destra di Grava sbloccando un risultato che fino a quel momento era lo specchio di una partita che, soprattutto nel primo tempo, è stata spettrale come gli spalti vuoti di Fuorigrotta.
Sì, perché come spesso è accaduto, il Napoli ha faticato a carburare, accendendosi soltanto nel secondo tempo. Non che il Piacenza abbia fatto meglio, anzi: gli emiliani si sono fatti vedere soltanto con qualche spunto lungo le corsie laterali, che nessuno in area ha saputo concretizzare così come nel finale ha saputo fare Sosa. Il 4-3-3 proposto da Iachini poteva essere un buon viatico per aver ragione del 3-5-2 di Reja, ma Simon si è confermato un fantasma e quando Cacia lo ha rilevato, pur essendo il bomber in forma precaria la differenza si è notata. Da parte sua il tecnico del Napoli è tornato all'antico, riproponendo Savini lungo la corsia mancina in attesa del miglior Rullo e affiancando De Zerbi a Calaiò. Quest'ultimo, dopo essere uscito dal campo, è stato cacciato anche dalla panchina dall'arbitro Marelli, che ha interpretato come offesa personale un "vaffa" diretto a Campagnaro, che in precedenza aveva colpito De Zerbi senza farsi notare. Proprio il bomber palermitano aveva creato le uniche due occasioni capitate ai padroni di casa nel primo tempo, prima che nel finale Coppola si superasse evitando con una coraggiosa uscita di piedi una situazione di due contro uno.
Nella ripresa l'ingesso di Sosa ha consentito agli azzurri di essere più incisivi in area avversaria, ma anche il Piacenza ha avuto le sue occasioni. Subito il "Pampa" ha fatto da torre per un inserimento di Calaiò, il cui tiro ha trovato sulla sua strada un Coppola in grande giornata. Poi il Piacenza si è fatto notare con un tiro-cross di Riccio e con un colpo di testa dello stesso Riccio terminato a lato, e poco dopo il quarto d'ora è stato Cannavaro a mettere i brividi al proprio portiere sfiorando una clamorosa autorete. Il gol, ma quello del Napoli, è arrivato dopo le poco costruttive "prove generali" degli ospiti, ma prima dell’1-0 c’era stata un'occasione importante per parte: prima il Napoli con Calaiò, che a tu per tu con Coppola ha esaltato l'estremo difensore ospite; poi il Piacenza, con un pallonetto di Rantier che non ha ingannato Iezzo. Iachini nel frattempo aveva provato a ravvivare la sua squadra con alcuni cambi, che non hanno sortito lo stesso effetto di quelli proposti da Reja e suggeriti dalla dea bendata. Il 4-3-1-2 visto nel secondo tempo, seppur con Domizzi nell'inedito ruolo di regista, è piaciuto al pari della zuccata argentina che ha risolto la partita facendo esplodere gli addetti ai lavori fino a quel momento quasi silenti. Ed il Napoli si accorge di aver sfatato il "tabù porte chiuse", ma anche di aver agganciato in testa la Juventus. Niente male per una giornata che si annunciava malinconica…