I nostri guerrieri azzurri: Cholito Simeone

Continua la rubrica sui nostri guerrieri azzurri.

Lo scudetto sospeso, come il caffè, lo restituisce al Napoli Giovanni Simeone, per tutti “El Cholito”. L’attaccante argentino con la sua tripletta a fine Aprile del 2018 aveva spazzato via i sogni di gloria di quel Napoli, i cui superstiti Mario Rui e Zielinski, ora compagni di squadra, avevano subito ricordato al suo arrivo. Il Cholito ha voluto fortemente Napoli durante tutta l’estate rifiutando ogni tipo di offerta e aspettando, fino a stagione iniziata, la chiusura della trattativa con De Laurentiis. Voleva Napoli sapendo di avere un conto in sospeso da saldare e voleva Napoli per disputare finalmente quella Champions League il cui logo portava gelosamente tatuato sull’avambraccio. Un tatuaggio fatto all’età di tredici anni con un sogno, quello di baciarlo facendo gol all’esordio in Champions League.

Ogni favola è un gioco e il gioco del calcio a volte è una favola che realizza i sogni nei modi più straordinari possibili. Il 14 settembre 2023, al minuto 45’, Simeone, da poco entrato al posto dell’infortunato Osimhen, raccolgie un assit al bacio, è il caso di dirlo, di Kvara, e segna a pochi passi dalla porta il 3-0 al Liverpool. Il boato del Maradona accompagna le sue lacrime e il suo bacio a quel tatuaggio. Il suo sogno da bambino era finalmente realtà. Nella serata del suo esordio, nello stadio dell’idolo di ogni argentino, Diego Armando Maradona, con cui il suo papà ha giocato un mondiale e di cui lui conserva gelosamente la foto insieme. Poteva bastare questo a Giovanni per sentire di aver raggiunto il massimo che si potesse con la maglia azzurra. Ma l’ambizione è la linfa del Cholito, stessa grinta del padre. Da quel giorno Giovanni non si è più fermato, complice anche l’assenza di Osimhen, e con 4 reti in Champions è stato, con Zielinski e Raspadori, il cecchino del Napoli nei giorni di Champions. Lui come il papà capace di segnare 4 gol nelle prime 4 gare di Champions. Solo un altro argentino ci era riuscito…il suo papà Diego Cholo Simeone. Una Champions che è un affare di famiglia. Unico rammarico non essere riuscito, a causa di un infortunio muscolare contro il Lecce, a disputare il quarto di finale contro il Milan.

Spalletti, ad ogni modo, ci ha visto lungo sin dall’inizio in lui, battezzandolo l’uomo della provvidenza. Dopo il primo al Liverpool è arrivato, infatti, quello in Campionato a San Siro contro il Milan che ha regalato il 2-1 per la vittoria agli azzurri. Poi la rete alla Cremonese nel finale per ribaltare una partita che pareva stregata. Quando si alzava dalla panchina c’era sempre la sensazione che qualcosa sarebbe successo. Come a Gennaio contro la Roma quando sembrò una follia nei minuti finali, sull’1-1, togliere Osimhen per inserire lui. Ancora una volta Spalletti ci aveva visto giusto e il Cholito ha ripagato la fiducia. Uno-due al limite e botta all’incrocio con un nuovo boato del Maradona per altri tre punti scudetto. Saranno ben trentatrè le sue presenze alla fine della stagione con 9 reti stagionali. Quattro in campionato e Champions e una in coppa Italia sempre contro la Cremonese, vittima preferita della stagione. Un bottino di tutto rispetto per un attaccante di scorta che rappresentava per Spalletti un titolare aggiunto.

Lo scudetto festeggiato a Udine, e poi al Maradona, ha visto il Cholito autentico protagonista tra i tifosi, ai cui abbracci non si è sottratto a fine gara. Un festa senza fine vissuta con tutta la squadra. Una gioia immensa che portava a compimento tutti i suoi sogni di ragazzino. Non poteva che chiudere lui la stagione, così come l’aveva aperta, con un missile all’incrocio all’ultimo minuto contro la Sampdoria, prima della premiazione. Un gol bello e impossibile come la sua prima stagione partenopea. Tre il simbolo di questo tricolore è il segno di vittoria del Cholito che restituisce onore a se stesso e, adesso, con l’automatico il riscatto dal Verona, esercitato a fine stagione, si consacra sempre di più tra gli idoli della tifoseria azzurra. Pronto a nuove sfide e a nuovi baci a quel tatuaggio Champions a cui affiancherà il tricolore azzurro per un’indimenticabile stagione in cui finalmente quel cerchio lasciato aperto nel 2018 si è chiuso nel migliore dei modi.

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