I nostri guerrieri azzurri: Gollini

Continua la nuova rubrica dedicata ai nostri guerrieri azzurri.

Le mani sullo scudetto portano i segni anche dei guantoni di Pierluigi Gollini. Arrivato a fine mercato di Gennaio, nello scambio con Sirigu, dopo la parentesi non proprio fortunata a Firenze, è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nel gruppo azzurro, lanciatissimo in quel momento verso il tricolore.

Non era facile ma Gollini ha saputo subito integrarsi ed essere di supporto al compagno di reparto Meret, senza alterare le gerarchie. Qualcuno al suo arrivo ha storto il naso in quanto gli ultimi anni di Gollini, dopo le ottime annate a Bergamo, non erano stati all’altezza della fama che si era creato con gli orobici. Le sue prestazioni di livello, sia in campionato che in Champions, avevano attirato le attenzioni di un club prestigioso come il Tottenham nel quale, però, non ha saputo imporsi. Il prestito alla Fiorentina doveva essere il suo riscatto ma, dopo qualche prestazione non eccellente in Conference, è finito dietro Terracciano e messo in disparte. Per questo Napoli rappresentava per lui l’occasione per tornare ad essere il portiere a cui si erano aperte anche le porte della Nazionale.

Con grande umiltà si è messo a disposizione di Spalletti e si è fatto trovare subito pronto appena chiamato in causa. E l’occasione che gli è capitata l’11 Marzo è stata di quelle da amarcord contro la “sua” Atalanta, ancora proprietaria del cartellino. Una gara delicata per gli azzurri al Maradona, che venivano dalla sconfitta casalinga con la Lazio, e con l’obbligo di vincere per tenere le rivali a distanza. Gollini si è fatto trovare pronto e ha messo anche lui la firma sulla vittoria azzurra con due ottime parate che hanno evitato che l’Atalanta rientrasse in partita. Dopo quella gara è tornato nei ranghi senza fiatare e si è subito preparato per essere la vera anima della festa azzurra. Sempre il primo a festeggiare in ogni occasione ma sempre rispettoso non solo dei compagni ma anche degli avversari. Come non ricordare il gesto di solidarietà a fine partita per il collega Falcone del Lecce, dopo la papera che ha aveva regalato la vittoria al Napoli al Via del Mare. Anche in queste cose si capisce lo spirito da vero campione di un calciatore, sempre corretto e mai denigrante nei confronti degli avversari.

A Udine è stato uno dei primi a lanciarsi sotto la curva con il tabellone luminoso delle sostituzioni che segnava il numero 3. Nel finale di stagione ha ricevuto il giusto premio da Spalletti disputando alcune gare da titolare di cui una proprio contro la sua ex Fiorentina che lo ha “preso in giro” come lui stesso ha dichiarato al suo approdo in azzurro. E adesso toccherà alla società azzurra trovare un accordo con l’Atalanta per una possibile conferma del numero 95 in maglia azzurra anche per il prossimo anno. La speranza è che possa restare in questo gruppo, in caso contrario un grande “grazie” va anche a lui per aver dato il suo contributo a questo Scudetto e aver esultato e cantato gli inni del popolo azzurro come un vero napoletano acquisito.

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