I nostri guerrieri azzurri: Mathias Olivera

Continua la rubrica dedicata ai nostri guerrieri azzurri.

Come si può non dare merito a Mathías Olivera Miramontes per una stagione, la prima in azzurra e in Italia, vissuta da autentico protagonista sia in Campionato che in Champions? Il suo arrivo il Luglio scorso ha dato finalmente a Napoli quella fisicità in fase difensiva e offensiva che mancava sulla fascia mancina dal primo Ghoulam. Nulla ce ne voglia Mario Rui, già da noi esaltato come vera bandiera di questa squadra, ma l’acquisto di Olivera, oltre ad aver giovato a lui, per l’alternanza e la competizione stimolante, ha permesso, finalmente, alla squadra di Spalletti, di avere una variante tattica importante sulla corsia mancina. Il metro e ottancinque del nazionale uruguaino, con passaporto spagnolo, ha garantito al Napoli una fisicità che in Europa, più che in Serie A, ha fatto davvero la differenza. Praticamente sempre presente nella massima competizione europea come ben otto apparizioni su dieci, condite da due importanti assist. Scelta preferita di Spalletti ripagata, ad inizio stagione, con le prestazioni di alto livello contro Liverpool, Rangers e Ajax, che hanno permesso al Napoli, in surplace, di vincere il girone senza patemi.

Un lungo corteggiamento quello per il laterale ex Getafe bloccato già a Gennaio dell’anno prima e subito contrattualizzato dagli azzurri che non ci hanno pensato due volte a pagare quasi sedici milioni al club spagnolo. E pensare che, nel 2017, Mathías Olivera era considerato potenzialmente uno dei migliori terzini sinistri del Sud America che aveva stupito nell’Uruguay under 20 vincitore del Mondiale. Un terzino veloce, con visione di gioco e capacità di inserimento che aveva attirato le attenzioni del Paris Saint-Germain, su indicazione del connazionale ex Napoli Edison Cavani, ma anche di Barcellona, Porto e Manchester United. Alla fine, però, nessuno si fece realmente avanti per qualche remora sulle sue lacune difensive e si presentò il Getafe ad acquisirne le prestazioni. Ben 104 le presenze in Spagna prima di arrivare a Napoli, contornate dal prestito in segunda division con l’Albacete. In Spagna Mathias cresce tanto dal punto di vista tattico e difensivo, colmando quelle lacune che, qualche anno prima, gli avevano impedito il grande salto. Il Napoli, che lo seguiva da tempo, e lo avrebbe già tesserato nell’estate precedente, ha subito colto il momento opportuno per portarlo alle falde del Vesuvio vincendo la concorrenza del Benfica. Olivera si è convinto subito della scelta grazie anche alle sue chiacchierate proprio con l’ex azzurro Cavani in Nazionale.

La sua avventura non inizia, però, nel migliore dei modi visto che, pochi giorni dopo la sua ufficializzazione al Napoli, resta vittima di un infortunio in un match della sua nazionale. Una distorsione al ginocchio che gli fa saltare la prima parte del ritiro. Sulle spalle un numero che è una  grande eredità per lui, quella maglia numero 17 vestita dall’ex capitano e bandiera Marek Hamsik. Mati, però, è un ragazzo forte e abituato alle sfide e subito mostra sicurezza e affidabilità. Oltre alla Champions, anche in campionato il suo apporto è stato decisivo. Ben trenta le presenze, più del suo compagno Mario Rui, con due reti all’attivo. La prima a Cremona ad inizio Ottobre, nei minuti finali, a risultato ormai acquisito. La sua seconda rete poteva, invece essere storica. Parliamo del gol, su colpo di testa, realizzato contro la Salernitana a fine Aprile che, per più di mezz’ora, aveva regalato la matematica certezza del tricolore poi rimandata dal gol nel finale del granata Dià.

Resterà per lui l’emozione di quel gol che, anche se non ha consentito, in quel momento, lo storico traguardo, conquistato poi la settimana successiva, gli ha regalato un attimo di gloria irripetibile. Un attimo che resterà sempre vivo nei suoi ricordi e in quello dei tifosi azzurri a conclusione di una stagione storica che, neanche lui, si sarebbe immaginato di vivere.

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