I nostri guerrieri azzurri: Raspadori

Continua la rubrica sui nostri guerrieri azzurri.

Il “ragazzo fortunato”, quello della canzone di Jovanotti, porta il volto di Giacomo”Jack” Raspadori. Il suo sigillo sullo scudetto e simbolo dello scudetto azzurro è certamente il gol al 93’ in casa della Juventus che aprì il countdown per il matematico tricolore. Un’estate intera ad inseguire il talento cresciuto nel Sassuolo. Arrivato per molti come un ripiego dopo la corte andata a male per Dybala e con l’arduo compito di sostituire nel ruolo in campo e nel cuore dei tifosi un idolo come Dries Mertens. Raspadori è l’acquisto italiano più costoso dell’era De Laurentiis. Un affare da quasi 35milioni, bonus compresi, che potrebbero sembrare un valore eccessivo per un giovane di appena 23 anni come lui ma che rappresentano un investimento per il futuro.

Anche questa volta De Laurentiis, che ha fortemente voluto il ragazzo con l’avallo di Spalletti, ci ha visto giusto. Giacomo arriva a Napoli in punta di piedi, con grande umiltà, ma con la dote di essere stato Campione d’Europa con la Nazionale e ritrovando a Napoli i suoi compagni di avventura Meret e Di Lorenzo. Un predestinato che ha scelto Napoli e non altre piazze come Milano o Torino. Per lui è un “Benvenuto al Sud”, in una piazza esigente come Napoli che però non lo spaventa perchè sente che la sua scelta è quella giusta e i fatti lo dimostreranno. Il Modulo 4-3-3 non lo favorisce per essere subito tra i titolari, lui che predilige giocare di fianco alla punta e poco largo oppure da prima punta leggera ma tecnica come in Nazionale. Una Nazionale che dopo le gioie dell’Europeo gli ha però regalato la delusione della mancata qualificazione Mondiale in cui sperava di esserci. Ma ilo suo Mondiale azzurro è stato con l’azzurro del Napoli. Lui è l’uomo dei minuti finali, quello che ti cambia le partite. Un ruolo a volte scomodo, ma che in una squadra che punta al massimo come il Napoli in cui lui si trova a giocare, ha un valore inestimabile. I tifosi iniziano ad amarlo ben presto. E’ il 10 Settembre. Minuto 90. Raspadori di destro appena entro l’area segna il gol che permette al Napoli di vincere in casa contro lo Spezia, dopo una gara stregata, in cui il pallone sembrava non voler entrare. E da quel gol, Jack si sblocca e diventa il cecchino azzurro di Champions dove esordisce nel tempio scozzese di Ibrox realizzando il gol del 2-0. Ma è alla Cruijff Arena di Amsterdam che Raspadori si consacra, complice l’infortunio di Osimhen che lo proietta titolare. Doppietta e un assit che mettono la ciliegina sul 6-1 degli azzurri in terra olandese. Saranno quattro alla fine i gol nella massima competizione europea grazie ad un altro gol contro l’Ajax nella gara di ritorno al Maradona. In sette presenze Raspadori si consacra come il cannoniere europeo del Napoli con anche tre assist nel suo tabellino, l’ultimo dei quali nel match del Maradona al ritorno contro il Milan. Come prima stagione di Champions di meglio non poteva sperare. Peccato l’infortunio a Febbraio che lo tiene lontano dal campo per gli ottavi di finale e a mezzo servizio per i quarti.

Spalletti ha grande fiducia in lui e lo dimostrano anche le 25 presenze in Campionato oltre a quelle in Europa. Raspadori non si lascia sfuggire le opportunità che gli vengono date dal tecnico azzurro e anche con i pochi minuti che spesso gli vengono concessi riesce sempre ad essere utile alla squadra. Solo gol pesanti per lui in Serie A. Oltre a quello allo Spezia, c’è il già citato gol che ha spalancato le porte dello scudetto. Raspadori al 93’ è diventato uno slogan sulle bandiere azzurre inneggianti allo scudetto. Il momento in cui il suo sinistro impatta il cross di Elmas e trafigge Sczeszny, sotto la pioggia dell’Allianz, è un fermo immagine, un fotogramma tricolore, un nuovo murales ancora da dipingere quale icona di una vittoria storica e liberatoria. Un vittoria che scaccia in un colpo solo i fantasmi del 2018 e restituisce dignità al Napoli per una rivincita sociale attesa 33 anni. Tutto questo è il gol di Raspadori che non dimenticherà la sua corsa verso la curva nei festeggiamenti di Torino e in quelli definitivi di Udine e in quelli della festa di fine campionato con la Coppa Scudetto tra le mani. E adesso ancora di più per lui, la prossima, sarà la stagione della consacrazione. Lui, il ragazzo fortunato dai gol pesanti, a cui i tifosi si affidano: “nun tu preoccupà uagliò, ci sta Raspadori”.

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