Il ricordo di Totonno

E’ stato per 15 anni il simbolo del Napoli, capace di disputare addirittura tre mondiali ( 1966.1970 e 1974 ) in un’ epoca in cui la geopolitica nel calcio italiano era ancora molto forte, riuscendo pure a giocare nel finale della storica finale Brasile – Italia del 1970 per una manciata di minuti, oltre a diventare campion d’ Europa con la nazionale guidata da Ferruccio Valcareggi nel 1968 ( in tutto 18 presenze ) . Centrocampista tuttofare, abile sia nel gioco di costruzione che in fase di interdizione, aveva come caratteristica il tiro da fuori che gli consentì di realizzare diverse reti  da lontano compresa quella che, il 6 aprile 1975 nel famoso Juventus- Napoli 2 -1 con il gol nel finale di ” core ‘n grat’ Altafini, batté il suo amico Zoff per il temporaneo pareggio. Il mancato traguardo  dello scudetto per lui, napoletano purosangue, è stato il più grande rimpianto della sua fulgida carriera, correlata da 394 presenze in campionato con la maglia del Napoli. Esordisce in serie A in un infausto Napoli – Inter  1-5 del 1963 dove però si mette subito in luce colpendo un palo. Dal campionato seguente in serie B diventa titolare fisso rimanendo fino al 1978 quando, per un contrasto con l’ allenatore Gianni Di Marzio, emigra a Bologna disputando il suo ultimo campionato. Era nato il 26 dicembre 1942 ma, come usanza d’ epoca, era stato registrato all’ anagrafe il 1 gennaio 1943. Il grande giornalista napoletano Giuseppe Pacileo di lui diceva : ” Juliano è stimato, rispettato ma non particolarmente amato dal popolo napoletano “. Un’ altra sua definizione, a nostro modesto avviso particolarmente azzeccata era ” Il tedesco – napoletano “. Secondo noi, senza nulla togliere a Ciro Ferrara, Fabio Cannavaro o Lorenzo Insigne, è stato il più grande calciatore napoletano di sempre. Terminata la carriera, diventa dirigente del Napoli dal 1980 al 1985, con un intervallo fra il 1981 ed 1983 a causa del rapporto di odio – amore da sempre avuto con l’ Ing. Feralino. Da capitano si batteva affinché i premi venissero distribuiti fra tutti i membri dello staff del Napoli, dal magazziniere al cuoco. Faceva parte di quella razza di napoletani atipici seri e laboriosi. Il suo unico successo da giocatore è stata la conquista della coppa Italia nel 1976. Dietro la scrivania, grazie alla sua ostinazione e caparbietà, arrivarono prima Rudy Krol nel 1980 è, soprattutto Diego Armando Maradona nel 1984. Tornò per un solo anno poi nel 1998. Nel 1970 Nereo Rocco voleva assolutamente portarlo al Milan tanto che, vennero offerti ben 800 milioni per il suo acquisto. Lui però, fermo nel suo sconfinato amore verso Napoli ed il Napoli, preferì declinare la succosa offerta. In sé aveva le stimmate del condottiero senza macchia e senza paura. Ti sa lieve la terra grande Totonno !

EMANUELE OROFINO

Translate »
error: Content is protected !!