La gestione degli infortuni: dubbi sulla strategia di Conte.
La recente ricaduta di Lobotka nei primi minuti della partita tra Napoli e Genoa ha sollevato seri dubbi sulla gestione degli infortuni da parte di mister Conte.
Lobotka, elemento chiave del centrocampo azzurro, è stato rischiato nonostante le sue condizioni fisiche non fossero ottimali, e il risultato è stato un nuovo stop che potrebbe costargli settimane di recupero. Come se non bastasse, Conte sta valuta di impiegare anche Alessandro Buongiorno nel prossimo match, nonostante il difensore non sia ancora completamente guarito. Questi episodi evidenziano un aspetto preoccupante: la scarsa fiducia di Conte nelle alternative presenti in rosa.
Un esempio lampante è stata la scelta di adattare Mathías Olivera come centrale difensivo anziché dare fiducia al giovane Rafa Marín, uno dei pochi difensori di ruolo disponibili. L’errore è costato caro: proprio da una sbavatura difensiva è nato il gol di testa del Genoa. È lecito chiedersi: perché insistere con soluzioni forzate e improvvisate quando si hanno giocatori pronti, motivati e nel loro ruolo naturale?
Conte, con il suo approccio conservativo, sembra sempre più vittima delle sue sensazioni. Managerialmente, questa situazione lo porta a snaturare sia il modulo che la gestione della rosa. È infatti l’allenatore che ha effettuato meno cambi in Serie A, segno di una rigidità che mal si adatta a una stagione lunga e logorante. Così facendo, rischia i titolari fino all’infortunio e gli ultimi episodi lo confermano.
L’approccio tattico, poi, è diventato un vero e proprio enigma settimanale. Invece di affidarsi a un collaudato 4-3-3, con i calciatori nei rispettivi ruoli, Conte cerca soluzioni “cervellotiche”, spesso controproducenti. Il risultato è una squadra che perde equilibrio, idee e sicurezza. L’uso di Neres, ad esempio, è emblematico: il brasiliano, potenziale arma offensiva, viene inserito solo per pochi minuti, lasciando in panchina il suo talento quando servirebbe come il pane.
In definitiva, l’impressione è che Conte, più che guidare con lucidità e visione, stia cercando di sopravvivere settimana dopo settimana. La sua scarsa propensione alla rotazione, il timore di affidarsi ai giovani e l’incapacità di adattarsi agli imprevisti mettono a rischio non solo i singoli giocatori, ma l’intero progetto tecnico del Napoli. Una riflessione è d’obbligo, seppur a fine stagione: forse, più del modulo o dei singoli nomi, è la gestione complessiva a dover cambiare.