L’amletico dubbio del 12 agosto
“A Castel di Sangro saranno giorni duri anche di mercato, verso il 12 di agosto vi diremo dove potremo arrivare. L’anno scorso promisi lo scudetto, quest’anno con un nuovo allenatore abbiamo un percorso di crescita da fare e una squadra strardinaria. Vediamo il 12 agosto cosa potrò promettervi”.
Parole di Aurelio De Laurentiis, autentico centro di gravità permanente per le operazioni presenti e future del Napoli. Il patron azzurro si sta prendendo, con ampio merito, tutti gli elogi e gli applausi per lo Scudetto conquistato a distanza di trentatré anni. Tuttavia, le sue dichiarazioni alla presentazione ufficiale della squadra appaiono decisamente contrastanti con quelle di qualche mese fa, in cui il presidente aveva annunciato esplicitamente di puntare alla Champions League, dopo aver stradominato il campionato italiano. Proprio in qualità di campioni d’Italia, era lecito attendersi maggiore dinamismo in sede di mercato, soprattutto per ciò che concerne la sostituzione di un pezzo pregiato come Kim Min-Jae. Il Napoli, già da prima della sosta invernale, era consapevole del fatto che il totem coreano fosse al centro dell’interesse dei top club europei, e dinanzi alla clausola piuttosto “bassa” e al mancato accordo per il rinnovo contrattuale, avrebbe potuto certamente cautelarsi con largo anticipo in modo tale da tentare di bloccare con celerità un nuovo centrale difensivo, pronto per effettuare la preparazione estiva. Così non è stato e per ora Rudi Garcia ha disposizione solo tre centrali di ruolo. Discorso simile si può fare per il centrocampo, lì dove la permanenza di Ndombele non è mai stata realmente presa in considerazione, alla luce dei costi elevati del diritto di riscatto, e il futuro di Zielinski costituisce ancora un punto interrogativo, con il polacco che andrà in scadenza contrattuale tra undici mesi. Un altro deficit riguarda senz’ombra di dubbio il ruolo dell’esterno alto a destra, con i continui mal di pancia di Politano e il rebus Lozano, che si sta rivelando più un peso per la società e non una risorsa. In più si potrebbe parlare dell’assenza di un vice-Lobotka, costretto agli straordinari per tutta la passata stagione, dato che Diego Demme è stato impiegato letteralmente col contagocce.
La questione cruciale riguarda, tuttavia, il futuro non ancora stabilito di Victor Osimhen, che oscilla tra il rinnovo e un’ipotetica offerta irrinunciabile, senza una data limite, che spingerebbe il club di De Laurentiis a privarsi del capocannoniere della Serie A. Il problema è che, a meno di un mese dall’inizio ufficiale della stagione, fare a meno del pilastro portante della squadra significherebbe vera e propria rifondazione.
I detentori del campionato, dominatori incontrastati in Italia e trionfatori indiscussi con molti mesi d’anticipo, avrebbero già potuto programmare il proprio futuro, con la consapevolezza che è difficile ripetersi, ma allo stesso tempo convinti di poter ambire alla conquista di traguardi ancora più rosei. Probabilmente, anche Aurelio De Laurentiis si trova in una situazione di difficoltà, tra rifondazione e conferma. Far passare altro tempo non è la situazione ideale: si coprano quantoprima le caselle del difensore e del centrocampista, per consentire a mister Garcia di preparare tutto nei minimi dettagli in vista della prossima annata. Che Napoli sarà il 12 agosto? Quali saranno gli obiettivo? Il dubbio, almeno fino a questo momento, è amletico.