Le scorie da esorcizzare
Rimbombano come un tuono le parole dell’ultima conferenza di mister Conte.
No, non ci riferiamo al mercato e ai famosi paletti, che ormai non fanno più storia, quanto alle “scorie nello spogliatoio”.
La Chernobyl Azzurra sembra non avere fine. La deflagrazione che ha portato al disastroso campionato dello scorso anno sembra aver ancora lasciato segni indelebili sulle pareti e nell’aria dello spogliatoio.
Conte ha riaperto un tema che, con il suo arrivo , sembrava risolto e invece no. Nonostante le sue parole da comandante pronto a riportare la nave in mare aperto, con l’aiuto di un navigatore veterano come Lele Oriali, Conte ha fatto tornare alla cronaca i dissapori che ancora aleggiano e forse serpeggiano tra i suoi marinai.
Il Naufragio post scudetto è ancora ben presente. Le scorie, come le chiama lui, sono lì e rischiano ancora di infestare anche chi ne è immune. In primis non può che venire alla mente la situazione Osimhen, arrivata ad un punto di stallo molto pericoloso. Avere un giocatore così rappresentativo, con un contratto oneroso concesso sia per i meriti sportivi di due anni or sono, ma soprattutto per favorirne l’uscita, lascia malumori in chi si aspettava riconoscimenti e trattamenti parimenti. Non possono tornare alla mente i mal di pancia di questo inizio estate di Di Lorenzo e Kvara, oltre alle tante voci su dissapori tra i calciatori stessi. Conte, Oriali e il suo staff hanno fatto e stanno facendo un lavoro egregio per far riprendere la strada sportiva corretta ma la società alle loro spalle deve capire che, a volte, è meglio rinunciare e arrivare a dei compromessi per il bene di tutto l’ambiente.
Le scorie di cui parla Conte sono probabilmente sportive in merito alla confusione tattica dello scorso anno che ha portato a far perdere certezze nelle proprie capacità, con un decimo posto che è stato indegna conseguenza. Non sono da escludere, però, i tanti chiacchiericci intorno alla squadra su rapporti non idilliaci tra alcuni calciatori. E’ il momento di fare piazza pulita senza indugi mandando via anche con sacrificio economico quei calciatori che ad oggi, non più parte del progetto, lasciano solo strascichi tra la ciurma. Serve anche stravolgere alcune gerarchie e forse la stessa riconferma di Di Lorenzo capitano andava ponderata, per non parlare dei tentennamenti su trattative e rinnovi, che hanno portato anche loro tante scorie lo scorso anno, che vanno subito chiuse.
Non si può rischiare una nuova deflagrazione perché stavolta le conseguenze potrebbero essere ben più pensanti dello scorso anno.