Lo Zibaldone azzurro: Bologna-Napoli dalla A alla Z

Riviviamo la partita di ieri sera con il classico gioco dell’alfabeto 

Approccio di marca azzurra, ma è innegabile l’enorme fatica negli ultimi venti metri. Il Napoli era sicuramente posizionato meglio in campo, ma per essere più equilibrato ha perso pericolosità in fase offensiva.

Beukema- Non è impeccabile nella scelta dei tempi, ma tutto sommato tiene botta soprattutto grazie al supporto del compagno di reparto Lucumì. Non demerita contro quello che era un attacco formidabile.

Calafiori entra e commette immediatamente un disastro colpendo la sfera con il polso all’interno della propria area di rigore. Un intervento maldestro, che per sua fortuna, non viene “punito” dal rigore di Osimhen.

Due punti persi e due punte mancate per l’assalto finale. Il Napoli non sfrutta le chance per conquistare il bottino pieno e non impiega il doppio centravanti per il forcing conclusivo. Si poteva, anzi doveva osare maggiormente.

Entra soltanto nelle battute finali Giovanni Simeone, correndo disperatamente alla ricerca di un pallone utile per vincere la partita. Troppo poco tempo per mostrare tutto il proprio valore.

Furibondo Victor Osimhen, che al momento della sostituzione non le manda a dire a Rudi Garcia, lamentandosi per il mancato doppio centravanti. Pur avendo assolutamente ragione, questi gesti andrebbero certamente evitati, rimandando ogni eventuale questione all’interno degli spogliatoi.

Giro palla senza dubbio più pulito, ma inefficace ai fini della creazione di palle gol. Il Napoli fa fatica a riempire l’area avversaria, manifestando un deficit per ciò che concerne l’imprevedibilità.

Handicap recondito dagli undici metri: gli azzurri continuano a fallire l’appuntamento con il gol dal dischetto. Osimhen non si era mai mostrato infallibile, ma obiettivamente pare che non ci sia alcun rigorista di livello.

In difficoltà i due terzini sinistri partenopei: sia Olivera che Mario Rui non danno un contributo rilevante in fase di possesso ed entrambi sono condizionati da un’ammonizione piuttosto ingenua.

Lanci lunghi, passaggi in verticale che troppo spesso finiscono nella terra di nessuno. Soprattutto nella seconda frazione di gioco i partenopei latitano per quel che riguarda idee e soluzioni.

Miglioramenti soltanto nei primi quarantacinque minuti, ma va ammesso che una squadra detentrice del titolo può e deve fare molto meglio su tutti i fronti.

Natan disputa la prima gara da titolare in maglia azzurra, dimostrando di essere all’altezza della situazione e non commettendo alcuna sbavatura. Si attendono altre prove per avere un riscontro definitivo.

Osimhen colpisce un palo, fallisce un rigore e mostra tutto il proprio rammarico per non essere accompagnato e servito a dovere. Elemento imprescindibile della squadra, ma va messo nelle condizioni ideali per fare gol.

Problemi di natura muscolare per Posch, Lucumì e nel finale anche per Anguissa. Una partita caratterizzata da numerose interruzioni e non favorevole ad uno spettacolo gradevole.

Quarto posto che, anche a detta di Rudi Garcia, diventa il principale obiettivo. Il Napoli sta andando male, ma le altre per fortuna degli azzurri non è che abbiano messo il piede sull’acceleratore…

Resta ancora in panchina Lindstrom, che poteva certamente fornire un contributo con la sua velocità e negli uno contro uno sulle corsie laterali. Aspetta il suo momento in mezzo alle difficoltà di natura tattica del collettivo.

Sette punti di distacco dall’Inter prima in classifica. Dopo solo cinque giornate, appare già un gap considerevole soprattutto alla luce della qualità del gioco e chiaramente dei passi falsi contro rivali tutt’altro che irresistibili.

Trittico di trasferte che si conclude con un solo successo europeo e due pareggi che lasciano amaro in bocca e perplessità per quel che potrà essere il prosieguo del campionato. Urgono risultati, oltre che prestazioni più convincenti.

Un solo intervento degno di nota per Alex Meret: sull’unica conclusione in porta dai felsinei, il portiere azzurro risponde presente e respinge bene sul tentativo di Zirkzee. Unico pericolo nell’area azzurra.

Vittoria in campionato che manca da fine agosto. Tre passi falsi che allontanano vertiginosamente i campioni di Italia dalla vetta della classifica. Botta dolorosissima, ma ora è tempo di invertire immediatamente la rotta.

Zirkzee disputa una gara di grande sacrificio, abbassandosi spesso a centrocampo per dialogare con i propri compagni e tentare di aiutarli nella manovra. Una sola ovazione creata da lui, ma Meret respinge.

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