Lo zibaldone di Napoli-Barca

 Riviviamo la partita di ieri con il classico gioco dell’alfabeto

 

Atteggiamento differente della squadra, che effettua un pressing alto più ragionato e riesce a stare nella metà campo avversaria nel secondo tempo. Che sia di buon auspicio.

 

Barça che continua a segnare poco in relazione alla quantità di palle gol create nel corso della partita. Soprattutto nel primo tempo poteva farne almeno due.

 

Continuità di prestazioni e risultati positivi: si chiede questo al Napoli, che è una squadra competitiva e che deve fare di tutto pur di centrare l’Europa.

 

Deluso per la sostituzione: Kvaratskhelia non disputa una grande partita, venendo arginato bene dalla retroguardia dei catalani che non gli consente di trovare il guizzo giusto.

 

Esce per qualche problema fisico anche Matteo Politano, che sta iniziando ad accusare qualche legittima difficoltà dopo una prima parte di stagione strepitosa.

 

Fraseggio che procede con una logica, con Lobotka maggiormente coinvolto nella manovra e la palla che ricomincia a girare decisamente meglio.

 

Girandola di sostituzioni che produce l’effetto desiderato: i nuovi ingressi danno nuova linfa e vivacità in fase di possesso, contribuendo al bel finale del Napoli.

 

Hamed Junior Traoré entra nella ripresa e si mette in mostra per le sue qualità: se riuscisse a trovare continuità di minutaggio potrebbe senz’altro rivelarsi una risorsa preziosa.

 

Inoperoso per quasi tutta la partita ter Stegen, che dopo aver passato tantissimi minuti di estrema tranquillità, non può nulla sulla conclusione di Osimhen che regala il pareggio agli azzurri.

 

Lewandowski è tornato ufficialmente ad essere il centravanti che tutti conosciamo, tra i più forti al mondo. Prosegue impeccabilmente il suo 2024 e segna un gol da bomber di rapina.

 

Meret sicuramente tra i migliori tra le fila dei partenopei. Primo tempo splendido del portiere azzurro che per ben tre volte impedisce ai blaugrana di portarsi in vantaggio.

 

Novanta minuti abbastanza piacevoli tra due squadre che erano entrambe reduci da momenti complessi. Tutto rimandato a metà marzo per le sentenze definitive.

 

Ottima la gara di Olivera, che gioca dal primo minuto a distanza di tre mesi dall’ultima volta e si fa notare per la sua intensità, oltre che per le doti in entrambe le fasi.

 

Pelle d’oca quando nel finale di gara, a tempo scaduto, Gundogan calcia benissimo mandando la palla di un soffio al lato. Brividi.

 

Qualificazione ancora apertissima, ma nella seconda tana del Barcelona sarà necessario non commettere alcuna sbavatura per tentare l’impresa.

 

Reazione immediata del Napoli di Calzona, che dopo il gol di Lewandowski riprende a giocare e con caparbietà trova la gioia della rete.

 

Si sentiva eccome la mancanza di un attaccante come Osimhen, che fa a sportellate con i propri rivali e con ferocia agonistica si prende tutto ciò che è suo.

 

Talento cristallino Lamine Yamal, che però ieri è stato ben contenuto dalla corsia mancina degli azzurri. La sensazione però è quella di un altro fuoriclasse.

 

Un boato del Maradona al gol di Osimhen trasforma quella che poteva essere un’altra serata amara. L’auspicio è che sia davvero un cambio di rotta.

 

Vale quasi una stagione la partita di ritorno, che decreterà per un’ampia fetta il futuro del Napoli. La Champions può essere davvero la svolta di un’annata nefasta.

 

Zero allenamenti veri per Ciccio Calzona e il suo staff: la partita di ieri non può dici ancora che Napoli sarà. Tuttavia, un risultato positivo con un finale in crescendo fa ben sperare.

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