Marchette vincenti: la qualificazione è più vicina
La notte della verità: alla Red Bull Arena di Salisburgo il Napoli si gioca percentuali molto alte per il passaggio del turno. Gli azzurri arrivano allo scontro diretto del girone con defezioni importanti, con il modesto Luperto titolare accanto a Koulibaly e la coppia di terzini formata da Malcuit e da Di Lorenzo fuori ruolo. Carlo Ancelotti continua a fare esperimenti, lasciando per l’ennesima volta Lorenzo Insigne dalla formazione iniziale, concedendo un’altra chance ad Hirving Lozano, deludente fino a questo momento. I partenopei evidenziano un ottimo approccio, aggredendo alti gli avversari e facendo girare palla velocemente, peccato che tutto ciò duri soltanto per venti minuti. Sugli scudi i due calciatori che probabilmente “andranno a fare le marchette in Cina”, Callejon e Mertens, che si trascinano la squadra sulle spalle fin dal primo istante sfiorando il bersaglio grosso con una conclusione volante del belga respinta da Stankovic. Entrambe le compagini se la giocano a viso aperto: massimo due tocchi e giro palla da un versante all’altro del campo. Gli uomini di Ancelotti, come di consueto, lasciano a desiderare per il mancato filtro a centrocampo subendo una quantità industriale di ripartenze nelle quali soltanto un fuorigioco del fuoriclasse Haaland e numerose parate superlative di Meret negano la rete ai padroni di casa. I sussulti azzurri portano la firma dei soliti uomini, non a caso è proprio Callejon ad imbeccare a meraviglia Dries Mertens che buca la retroguardia avversaria ed insacca per la centoquindicesima volta da quando veste la maglia azzurra. Il momento di difficoltà degli austriaci, costretti anche a far subentrare il terzo portiere, andrebbe gestito nella maniera più propizia cercando di chiudere la contesa, ed invece il Napoli continua ad essere impacciato sbagliando controlli banali con l’ectoplasma Lozano e subendo contropiedi inspiegabili che vanno ad esaltare i riflessi straordinari di Meret, fino a quando Kevin Malcuit stende goffamente un avversario provocando il penalty dell’1-1 siglato dall’idolo Haaland. Contro una squadra che non eccelle dal punto di vista tecnico, il Napoli ha anche il demerito di non pressare più facendosi schiacciare dimostrando quasi di essere passivi. In una situazione che sembrava ormai compromessa, Ancelotti muove due pedine spostando Fabian Ruiz sull’esterno e Zielinski come interno. Va in tilt la mediana e la difesa salisburghese e dopo pochi minuti il Napoli colpisce alla prima vera azione manovrata della ripresa, che porta Malcuit verso il fondo, il quale (anche con un pizzico di fortuna) riesce a servire Mertens che sull’altro fronte infila la seconda stoccata vincente. Un gol che spezza ogni equilibrio da una parte e dall’altra, con gli azzurri che non si compattano e mostrano ancora tante lacune in fase difensiva, in particolare su situazioni di palla inattiva dove sembrano non esserci marcature preventive e ne approfitta il solito Haaland dopo un intervento a vuoto di Koulibaly. Partita pazza, neanche il tempo di mettere la palla al centro e gli uomini di Ancelotti vanno nuovamente a segno con il neo entrato Insigne, imbeccato alla perfezione dall’imprescindibile Mertens che meriterebbe davvero un rinnovo a vita. Nel finale i centimetri di Llorente sono fondamentali per mantenere il vantaggio e mettere in cassaforte un punteggio che potrebbe rivelarsi decisivo ai fini della qualificazione. Una vittoria alla Red Bull Arena sa sempre d’impresa, dal momento che il Napoli non vinceva in una trasferta di Champions dal dicembre 2016 e soprattutto il Salisburgo in casa era imbattuto in Europa da ben diciannove partite. Vittoria di straordinaria importanza che porta il segno dei soliti noti: Callejon, Mertens, Insigne. I soliti tre che in ogni gestione tecnica fanno sempre la differenza. Tra due settimane il Napoli affronterà nuovamente il Salisburgo al San Paolo, avendo l’obbligo di non perdere per essere davvero ad un’unghia dagli ottavi di finale. Tutto nelle mani del Napoli, ora è più facile: ma guai a mollare la presa. Ci pensano le marchette!