OCCHIO ALLA SAMB, CON LEON E’ PRONTA A RUGGIRE
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Direttamente proveniente dalla scuola del cosiddetto cenacolo di Fusignano, Davide Ballardini è uno di quei tecnici che antepone la zona e lo spirito collettivo alle individualità dei singoli che comunque non mancano nell’organico rossoblu, inizialmente risicato ma successivamente rinforzato dall’arrivo di elementi qualità, su tutti l’ex reggino Leon. Giovanissimi promettenti, che il tecnico emiliano non ha avuto difficoltà a lanciare ad inizio stagione, un po’ per scelta ed un po’ perché costretto dalle circostanze, si mescolano ad elementi esperti di sicuro valore ed altri, come l’argentino Jonathan Vidallè, che non aspettavano nessun altro che qualcuno che iniziasse sul serio a puntare su di loro. Questo tipo di filosofia ci porta a definire con tutta tranquillità la struttura rossoblu come agli antipodi del Napoli, così come ad altre compagini come Avellino o Reggiana: ricerca costante del gioco e della manovra, al bando il trapattonismo stile new age incarnato dai Giordano o Cuccureddu vari.
Il modulo di gioco si presenta, tuttavia, piuttosto elastico. Da un 4-4-2 di base, si passa più spesso e volentieri ad un pratico e piacevole 4-2-3-1. Due tipologie tattiche differenti, in cui emergono due costanti: difesa a quattro, rigorosamente in linea, e due centrali di centrocampo incaricati nel contempo di impostare la manovra e distruggere le trame avversarie: Cigarini ed uno tra Amadio e l’ex giuglianese Antonio De Rosa. L’adozione del 4-2-3-1, con Da Silva che agisce da unica punta ed il compagno di reparto Martini che arretra all’altezza della batteria di supporto è funzionale a mettere maggiormente a proprio agio il talentuoso Bogliacino, giovanissimo jolly rossoblu che Reja dovrà adeguatamente tenere in considerazione, che in tal caso potrebbe ritrovarsi maggiormente liberato da incombenze relative a compiti di copertura. Bogliacino, quando si ritrova libero di poter battere a rete, magari inserendosi dalle retrovie, può risultare letale. A completare il tris di supporto a colui che nelle gerarchie interne è riuscito a soppiantare Vidallè, sul versante destro, ecco lo spauracchio, che risponde al nome di Julio Cesar Leon, uno di quegli elementi che può decidere le partite da solo ed in qualsiasi momento, bravo a giocare anche sul fronte opposto del gioco, nonché da seconda punta con ottime qualità anche in fase conclusiva.
In difesa, davanti al grande ex Franco Mancini, rodata appare la coppia di cursori, formata da Taccucci e dall’ex pescarese Colonnello, così come discrete garanzie offre la coppia centrale Zanetti-Canini.