PER VEDERE CERTA TV, SERVE UNA FLEBO
A volte basta un filmato perché l’Italietta riesca a scandalizzarsi e ad alzare polveroni fumosi. Il video che ritrae il popolare Fabio Cannavaro su un lettino medico di un hotel con una flebo attaccata al braccio, ha fatto riempire pagine e pagine di giornali. Pareri, opinioni, polemiche, invettive. Di tutto e di più. Tutti sono diventati medici, tutti hanno detto la loro sull’argomento. In realtà c’era ben poco da scandalizzarsi. In primis, perché nessuno venga a dire che queste non sono pratiche usuali: sono all’ordine del giorno in qualsiasi spogliatoio. Al massimo ci si poteva scandalizzare quando a dire queste cose fu Zdenek Zeman, non oggi. Al contrario, bisognerebbe scandalizzarsi sul fatto che i medici sportivi delle società hanno così tanto potere sui calciatori. Il motivo? Bisogna vincere, bisogna vincere sempre. Ecco che la salute dell’atleta può passare in secondo piano: un atleta sano non avrebbe bisogno di certe cose. Ma un atleta sano spesso non riesce a reggere a certi ritmi, ed ha così bisogno di aiuti artificiali. Che di mezzo ci vada la sua salute, questo è da condannare. Ma spesso l’atleta non pensa a questo, perché sotto contratto e per questo vincolato ad una società che deve pensare esclusivamente ai propri interessi. Questo era quello da dire in televisione, senza invece montare un caso che non esiste. Quando è stato mostrato il filmato, più di una persona sarà andata a letto delusa: chissà cosa si aspettava. Si era parlato di un braccio con tanti buchi, di siringhe proibite, quando invece è stata tutta una goliardata. Si è approfittato per gettare fango su Fabio Cannavaro, e non si è fatta l’unica cosa che si sarebbe dovuta fare: una trasmissione scientifica, per parlare del problema e dei rischi al fine di mettere in guardia giovani atleti e non. Lo studio televisivo sembrava un’aula di tribunale con tanto di avvocati: un processo a Fabio Cannavaro, che resta la colonna della nazionale italiana ed un esempio di sportività. In più, questo filmato viene tirato fuori sei anni dopo, quando le regole sono cambiate. Chiaro che al giorno d’oggi, dopo tutto quel che si è sentito e quel che si è scoperto, Cannavaro e soci staranno molto più attenti a quanto i medici sportivi propineranno loro. Troppi i giocatori morti, troppi i giocatori ammalati. E malata è anche una televisione che offre servizi sempre più scadenti, dove abbondano le telerisse e dove muore la notizia, mascherata e coperta da un sensazionalismo senza frontiere.