Piotr verrà
Sono trascorsi sei anni da quando Zielinski è approdato in maglia azzurra insieme a Rog e Diawara per dar vita al “centrocampo del futuro”. Se sui primi due, da anni, si è messa croce nera, sul polacco continua ad aleggiare la nomea del campione.
Nel frattempo questo giovane a tempo indeterminato dovrebbe essere nel pieno della maturità calcistica, ma segna meno di Barak ed è decisivo in una partita ogni 15, possibilmente con avversari del calibro di Salernitana e Bologna.
Ciò che lascia davvero perplessi di Zielinski è che in campo si nasconde. Se non ha la palla tra i piedi non lo vedi, non crea mai una linea di passaggio pulita per ricevere il pallone, galleggia in una zona del campo incerta e si aggira senza neanche saper bene dove andare.
In fase passiva si alza a fare pressing vicino ad Osimhen… ma mentre il Nigeriano corre come un ossesso, lui sembra impegnato in una blanda sessione aerobica. Superata quella prima “pressione”, il suo compito, evidentemente, deve ritenerlo esaurito perché più di una corsetta defatigante non fa.
Si fatica a comprendere perché questo ragazzo campi di rendita, quando Mertens a gara in corso ha fatto 10 volte quello che ha fatto lui in tutta la stagione, e nonostante ciò il belga si accomoda ogni domenica in panchina. In questa stagione ha realizzato su 30 gare: 5 goal, 5 Assist. Ha una media voto di 6.14 e una sola ammonizione, a dimostrazione di quanto sia poco cattivo in campo. Spalletti lo ama a prescindiere e lo abbiamo capito tutti, ma sembra di rivivere un Hamsik 2.0. ovvero un calciatore che o c’è o non c’è. Ed allora la risposta è che è un calciatore inconsistente, e ci perdono tutti.