2006-2007:L’ODISSEA DI CHRISTIAN BUCCHI

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Qualora ce ne fosse stato bisogno, sabato pomeriggio se n’è avuta la conferma: la piazza ha definitivamente bocciato Christian Bucchi. Un’assordante bordata di fischi ha accompagnato la sua uscita dal campo nella ripresa della gara contro il Bari. L’ennesima prestazione irritante di un giocatore che sembra la brutta copia del goleador ammirato nello scorso torneo cadetto. In estate la società aveva sborsato circa 2,5 mln di euro per assicurarsene le prodezze sottoporta. L’ex attaccante del Modena rappresentava la punta di diamante di una campagna acquisti sulla carta faraonica. Pierpaolo Marino, difatti, aveva prelevato dal Catania Roberto De Zerbi, il miglior trequartista dell’ultima B, e tre calciatori di sicuro affidamento come Paolo Cannavaro, Domizzi e Dalla Bona. L’inizio della stagione sembrava confermare la bontà della scelta del direttore generale azzurro: Bucchi realizza tre reti nelle prime quattro gare e diventa il leader naturale dell’attacco azzurro. Da quel momento, l’involuzione. Inarrestabile. Il centravanti metterà a segno la miseria di soli altri cinque gol dalla quarta giornata in poi. Una delle quali, al San Paolo contro il Verona, su calcio di rigore. Uno score oltremodo deludente, considerate le premesse che avevano accompagnato il suo arrivo sotto il Vesuvio. Uno dei principali motivi del fallimento di Bucchi può essere individuato nella difficoltà di integrarsi con il suo partner d’attacco Calaiò: la coppia, da molti addetti ai lavori indicata come una tra le migliori della cadetteria, non ha mai trovato la giusta intesa. In seguito c’è stato un periodo nel quale Christian sembrava aver individuato il partner ideale: Roberto De Zerbi. Purtroppo l’esperimento ha funzionato soltanto in un paio di occasioni(Lecce e Trieste). Il calciatore ha di sicuro delle responsabilità oggettive in questa situazione. Dimostra un impegno tutt’altro che spasmodico; talvolta sembra passeggi per il campo. A queste sue mancanze, in ogni caso, sono da affiancare le colpe di Reja: il gioco sulle fasce è stato pressoché assente nel Napoli di quest’anno. Come i cross dal fondo, che rappresentano il pane quotidiano per un giocatore con le caratteristiche di Bucchi. Tale situazione, ad inizio campionato inimmaginabile, dispiace. Sia per l’uomo, colpito qualche anno fa da un terribile lutto familiare, sia per la sua carriera calcistica. Napoli doveva e poteva essere il definitivo trampolino di lancio per Christian, dopo le prodezze dell’anno precedente. Invece, si è rivelata un vero e proprio punto di non ritorno. L’unica soluzione per venire fuori da tale empasse sembra, in qualsiasi modo si concluda la stagione del Napoli, separarsi a fine anno. A trarre beneficio da una simile decisione sarebbero entrambe le parti. Bucchi potrà andare a rigenerarsi e, magari, tornare a segnare grappoli di gol in un’altra piazza; il Napoli potrà definitivamente puntare su Calaiò come uomo guida del suo attacco. Sempre che, e ne saremmo felicissimi, Christian non decida di smentirci proprio nelle due prossime trasferte. Potrebbe cominciare tutta un’altra storia.

 

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