ATALANTA, LA DEA DELLA DISCORDIA

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Recentemente si è parlato di loro per eventi che hanno poco a che vedere col calcio (come la rivolta della curva e tutte le polemiche che ne sono sorte). Eppure l’Atalanta di quest’anno meriterebbe di essere menzionata per ben altri motivi. La formazione titolare ha completamente cambiato volto a causa della partenza di più di mezza squadra (Calderoni, Adriano, Loria, Ariatti, Migliaccio, Donati e Ventola), allenatore compreso. Nonostante ciò i bergamaschi sono finora riusciti a confermarsi sui livelli di eccellenza dello scorsa stagione, restando stabilmente nella parte sinistra della classifica.

Gran parte del merito va al neo tecnico Del Neri, reduce da stagioni a dir poco disastrose ma in grado di accettare (e per ora vincere) una scommessa difficile. Il suo credo tattico si è fuso con le caratteristiche degli uomini a disposizione e il risultato è un 4-4-1-1 che molto punta sull’estro del leader Doni. In porta è arrivato un napoletano doc, Coppola (29); dopo un inizio di carriera difficile Nando ha trovato stabilità e maturità giuste per affermarsi anche in serie A e lo sta dimostrando con i fatti. In difesa i punti fermi sono Carrozzieri (27), un marcantonio (192 cm) protagonista finora di prestazioni strepitose cui è delegato il compito di marcare Zalayeta; il capitano Bellini (27), cuore nerazzurro, terzino sinistro fra i più interessanti del massimo campionato. Con loro ci saranno il polivalente Capelli (21), altro prodotto del florido vivaio atalantino divenuto titolare quest’anno a destra, e il centrale Pellegrino (27), 1,89 m, che farà compagnia a Carrozzieri. In alternativa possibili gli innesti di Manfredini (27) in mezzo o di Belleri (30) sull’out destro. Il centrocampo si avvale di due velocissime ali, attaccanti aggiunti che potrebbero mettere in crisi gli esterni alti di Reja. A sinistra Langella (30), tornato a livelli “nazionali” dopo le diatribe disciplinari con Cellino a Cagliari; a destra Ferreira Pinto (28), brasiliano ex Cesena che sa anche inserirsi bene in zona gol. In mezzo ci sarà il giovane Guarente (22), tenace mediano tornato a giocare dopo più di un anno a seguito di una lunga malattia; con lui Tissone (21), volante “alla Cambiasso” che come l’interista è anche un abilissimo incursore in fase offensiva.

L’attacco merita un capitolo a parte. Il litigio Del Neri-Zampagna ha privato la squadra di un terminale offensivo di valore, uno dei pochi centravanti in grado di fare reparto da solo. Il peso della prima linea adesso è tutto sulle spalle di Floccari (26), un’eterna promessa che non ha ancora trovato la sua giusta dimensione tattica. Un po’ punta potente, un po’ attaccante di supporto, ma al suo primo appuntamento importante Floccari non ha fallito, castigando Julio Cesar e l’Inter. A dargli manforte ci sarà il fantasioso Doni (35), non uno qualunque, giocatore imprevedibile e pericolosissimo sui calci piazzati. Proprio uno dei punti deboli del Napoli, Iezzo ha dimostrato di soffrire le punizioni ben calciate e questo sarà uno degli aspetti a cui fare attenzione. L’altro è senz’altro la velocità degli esterni, Del Neri predilige il gioco sulle fasce e Savini e Garics dovranno essere bravi a tenere a bada Langella e Ferreira Pinto. D’altra parte però una difesa di “lunghi” come Carrozzieri e Pellegrino può sicuramente andare in netta difficoltà sulle progressioni di Lavezzi. Queste potrebbero essere le chiavi di lettura principali di Atalanta-Napoli, ma come sempre il giudizio finale spetta al campo di gioco. 

Probabile formazione (4-4-1-1):  Coppola; Capelli (Belleri), Carrozzieri, Pellegrino (Manfredini), Bellini; Ferreira Pinto, Guarente, Tissone, Langella; Doni; Floccari.     All. Del Neri

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