BENIAMINO ABATE:"IGNAZIO REALIZZERA’ IL MIO SOGNO"
Quando si dice il nome Abate e si parla di calcio, a Napoli tutti pensano subito all’Ignazio freccia azzurra, talentuoso esterno da San Martino Valle Caudina. Quando si dice il nome Abate e si parla di calcio, non si può però non ricordare un portiere come Beniamino, guardiano dei pali di mezza Italia in serie A, B e C1. 43 anni e padre di Ignazio, Beniamino Abate è oggi il preparatore dei portieri del Milan. Quando non è sul campo, segue le gesta di suo figlio. Un bravo genitore, ma anche un tifoso azzurro. Buon sangue non mente: il padre (nonno ed omonimo di Ignazio jr.) non si perde una partita dei partenopei, e quando gli impegni del Milan lo permettono, anche Beniamino è sui campi di C dove giocano il Napoli ed Ignazio Abate.Partiamo da un probabile rimpianto di Beniamino Abate, e cioè l’aver vestito la maglia del Napoli solo per una stagione, nel lontano ’82-’83, prima di spiccare il volo e di consacrarsi con addosso casacche ugualmente prestigiose."All’epoca come ora, il sogno di tutti i giovani campani era quello di giocare con la squadra del Napoli. Il Benevento mi concesse di fare una stagione all’ombra del Vesuvio, e ci restai un po’ male quando non fui confermato. Devo anche ammettere con sincerità che ho avuto una buona carriera, e che vestire la maglia del Benevento in C1 nelle stagioni successive è stata la mia fortuna, il mio trampolino di lancio verso tante stagioni di serie A".Da tifoso azzurro particolare, viene ricordato per una simpatica scommessa con un compagno di squadra dell’Udinese sulla lotta scudetto nell’ ’89-‘90: lei puntava sul Napoli, il suo compagno sul Milan. Vinse Abate…"Sono passati quindici anni e non ricordo l’aneddoto. E’ probabile, comunque, che ci sia stata questa simpatica scommessa, visto che il Napoli era una grandissima squadra".Deve essere stato emozionante sfidare Maradona, in quell’Udinese-Napoli dal sapore amaro per i friulani."Eh, e chi se la scorda più quella partita…Eravamo in vantaggio per 2-0, giocammo una grande gara e stavamo meritando la vittoria. Era come se Maradona in campo non ci fosse, ma si sa che ai geni basta poco per lasciare il segno. Negli ultimi minuti, Diego accese la lampadina dopo essere stato per quasi un’ora e mezza a riposo, e ci fece neri. Il Napoli riuscì a pareggiare 2-2. Per noi fu una grande amarezza":E per lei?"Anche. Indipendentemente dalla fede calcistica, quando si è in campo si deve pensare solo a conquistare il risultato per la maglia che si indossa".Certo che la storia della famiglia Abate è proprio strana: originari di Benevento e finiti al nord. E lei, dopo aver difeso per tre anni la porta dell’Inter, è poi passato al Milan tanto da esserne diventato il preparatore dei portieri. Scelta professionale o altro?"Se c’è un colpevole di tutta questa storia, quello è Ignazio…Scherzi a parte, il ragazzo giocava nella squadra del paese in cui risiediamo, il Restalda, e su di lui posero gli occhi l’Inter, l’Atalanta e il Milan. Fu Angelo Colombo a chiedercelo, e Ignazio scelse il Milan. E fu Colombo a chiedermi di seguire il figlio, trovandomi un posto da preparatore dei portieri nella squadra Allievi della società rossonera. Dopo tre anni, Villiam Vecchi mi portò in prima squadra. Sarò sempre grato a loro per avermi dato l’occasione quotidiana di lavorare con talenti di classe mondiale".Ignazio scelse il Milan, ma suo nonno ha saputo trasmettergli la passione per i colori del Napoli."Sì, il nonno l’ha influenzato parecchio, ma lui ha sempre avuto un debole per il Napoli nonostante sia cresciuto calcisticamente nel Milan. Ha cominciato da attaccante, poi fu provato centrocampista centrale e infine esterno di centrocampo".E la città ha ricambiato il suo amore, visto che ha fatto subito breccia nel cuore dei tifosi per la sua maturità e le sue giocate. A proposito, ritiene che per suo figlio sia cambiato qualcosa nel passaggio da Ventura a Reja?
"Ventura ha cominciato a farlo crescere, non era facile gestire un ragazzo che veniva da un campionato primavera e farlo esordire al San Paolo senza che avvertisse grosse responsabilità. Reja invece lo sta consacrando, e so che tra i due c’è uno splendido rapporto che non può che far bene a mio figlio per la sua crescita". Insomma, signor Abate, possiamo annunciare che le strade di Ignazio Abate e del Napoli non si separeranno a fine campionato?
"Dipendesse da me o da mio figlio certamente sì, ma penso che anche se dipendesse dal Napoli potremmo dirlo tranquillamente. Però il ragazzo è di proprietà del Milan, e la società rossonera lo considera un piccolo patrimonio. Io non posso certo forzare il Milan a cederlo, visto che il cartellino è il loro ed è giusto che decidano autonomamente come gestirlo".Lei però lo vede a Napoli anche nelle prossime stagioni."Da genitore me lo auguro, anche perché è quella la sua volontà. Conosco Marino da venticinque anni e apprezzo da sempre la professionalità di Reja. Io ne sarei felicissimo, anche perché il Napoli una volta che approderà in B lotterà ad alti livelli anche in quel campionato".A proposito di promozione, e se fosse Ignazio a segnare il gol decisivo?
"Sogniamo pure, se vogliamo. Ma l’importante è conquistare la serie B: chi segna, a quel punto, passa in secondo piano".