Capitano con la fascia sfilata

Così come lo Scudetto si scuce, anche la fascia di capitano sul braccio di Di Lorenzo sembra sempre più sfilarsi.

Eh si perchè da Capitano coraggioso della nave tricolore, il numero 22 azzurro si sta trasformando sempre più nel mozzo di una nave che ormai è alla deriva e in preda alla tempesta e senza nessun comando. Nell’estate del 2022, con l’addio di Insigne, capitano azzurro di lungo corso, in tanti si chiesero chi avrebbe potuto prendere un’eredità così forte. Spalletti scelse senza remore e, con il consenso della squadra e degli altri senatori azzurri come Mario Rui e Zielinski, affidò il compito a Giovanni Di Lorenzo. Qualcuno storse il naso ma i fatti, durante la stagione dello scudetto, diedero ragione a Spalletti. Di Lorenzo, telecomandato proprio dal mister, fu il simbolo della cavalcata e il giocatore simbolo, con le sue prestazioni e le sue dichiarazioni, dell’impresa Scudetto. Il rinnovo a Luglio, annunciato tra la folla di Dimaro dal Presidente in persona, con il legame a vita tra Di Lorenzo e la maglia azzurra, era apparso la consacrazione di un giocatore che aveva il pieno controllo del gruppo e anche la piena consapevolezza del suo ruolo.

Nulla fu più sbagliato a questo punto, con il senno di poi, con la dimostrazione di quanto sta accadendo in questa stagione. Garcia ad inizio ritiro, nel tentativo di fare “a modo suo” la New Era azzurra, aveva anche paventato la possibilità di togliere la fascia a Di Lorenzo e affidarla a qualche altro giocatore che riteneva a suo avviso più carismatico. Un modo per far tornare quella verve nel gruppo che il tecnico francese aveva visto affievolirsi. Si può imputare a Garcia di aver fatto errori di preparazione con il suo staff e anche errori tattici e di gestione gara ma va riconosciuto che ci aveva visto lungo sul gruppo. I malumori per le politiche societarie di riduzione ingaggi e trattative a lungo termine dei rinnovi avevano creato non pochi problemi nello spogliatoio azzurro. Di Lorenzo, da capitano vero, come faceva Insigne in passato, tanto criticato, avrebbe dovuto tenere “dritta” la barra per il bene della maglia azzurra. Invece anche lui è stato complice, con prestazioni notevolmente al di sotto della media per tutta la stagione, delle fratture insanabili nella squadra che i cambi di allenatore hanno solo acuito e non smorzato.

Ultimo l’episodio sabato scorso. Sotto la curva dei tifosi imbufaliti per la prestazione di Empoli, il Capitano è rimasto silenzioso e si è visto anche costretto a togliere la fascia che indossava. Succube degli eventi, incapace di reagire. Tante le parole spese dal Capitano durante le ultime settimane ma nulla di quello che gli abbiamo visto pronunciare si è visto in campo sia da parte sua che da parte della squadra che lui dovrebbe stimolare con i suoi discorsi che forse prima erano solo un riflesso di Spalletti.

Si potrà andare contro i tecnici (allenatore e preparatori) o contro la società per la sua politica sbagliata,ma i giocatori devono portare alto l’onore della maglia che indossano e il Capitano in primis deve essere esempio da seguire e punto di riferimento per il gruppo. Cosa che ormai è chiara è che Di Lorenzo non essere più il riferimento del gruppo. L’episodio in cui alcuni giocatori si sono anche rifiutati di seguirlo sotto la curva è un altro esempio. Altri capitani del passato, tanto criticati e tanto bistrattati, avevano il coraggio sia di fare la voce grossa nello spogliatoio che nelle stanze societarie.

Ci vuole un cambio di rotta perchè non può essere un procuratore a gestire i colloqui tra squadra e società, come accaduto anche in questi giorni per il ritiro “punitivo” richiesto dal Presidente. Forse è il caso di guardare al futuro con una guida leader diversa nello spogliatoio perchè, purtroppo, Di Lorenzo era soldatino del comandante Spalletti e l’upgrade per lui è stato un flop.

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