CHI HA DETTO CHE IL CALCIO E’ IN MANO ALLE TV

Il dispetto è dietro l'angolo. In fondo, anche il mondo del calcio può essere un mondo di "bambinoni", termine usato da Lucianone Gaucci per definire i calciatori. Se però dietro un gesto poco carino ruotano centinaia di milioni di euro (mica di lire!), allora anche una cattiva azione può essere capita, anche se non necessariamente condivisa. Il fatto è che da un po' di tempo la Lega Calcio non riesce a trovare un'emittente televisiva che trasmetta in diretta il campionato di serie B. Un torneo orfano di Juventus, Napoli e Genoa, promosse al primo colpo tra la soddisfazione dello stesso presidentissimo Tonino Matarrese, che in tempi di vacche magre si preoccupava soltanto di recuperare share per una serie A ai minimi termini. La matematica, tuttavia, insegna che se tolgo peso specifico da una parte, la bilancia penderà necessariamente dall'altro lato. Ecco che la serie A ha riacquistato interesse, per la gioia e la serenità di presidenti ed emittenti, togliendo però i riflettori ad una B dal tasso tecnico discreto ma duramente impoverita nel blasone.
Le immagini di Mantova-Rimini, che quest'anno potrebbe valere il primato, non interessano a nessuno. Incassato il rifiuto, la Lega reagisce con un colpo da ko: tu non mi dai i soldi per la B, io non ti faccio godere la A. E così, al posto di Roma-Juventus, il posticipo televisivo diventa Sampdoria-Genoa. Che avrà il suo fascino, ma non lo stesso appeal di una sfida che, oggi come oggi, varrebbe lo scudetto. E' questa la chiave di lettura per valutare la scelta di posticipi "minori", che metteranno davanti al teleschermo soltanto gli appassionati delle due squadre e, magari, quegli addetti ai lavori vogliosi di studiarsi al videotape il prossimo avversario: i pallonari meno incalliti preferiranno una "prima" a teatro o un'anteprima cinematografica piuttosto che incontri serali di seconda scelta. Chi detiene i diritti televisivi, questo lo sa bene: a questo punto, c'è da aspettarsi un passo indietro sulla serie B, la vera chiave di volta per gestire al meglio la serie A? Oppure l'emittente "piovra" preferirà aspettare la vendita dei diritti collettivi per chiudere un accordo ad ampio raggio, lasciando un campionato "povero" alla concorrenza?
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