ERA DESTINO

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La dea bendata ha voltato la faccia al Napoli e a Mazzarri. Il primo campanello d’allarme si era già avuto sabato scorso ed oggi si è avuta la conferma che in questo momento agli azzurri non gira per niente bene. L’azione in cui prima Quagliarella colpisce la traversa e poi Maggio viene ingiustamente espulso, è il chiaro segnale che la trasferta di Udine aveva il destino segnato per la compagine partenopea. Se poi a questo ci aggiungiamo il palo di Pazienza in chiusura di partita sull’1-1, allora il quadro può dirsi completo. Scandaloso poi l’arbitraggio di Damato, l’ennesimo direttore di gara scarso e mediocre incontrato sul cammino azzurro. Il problema è che gli episodi, ripetuti e continui, ma soprattutto l’atteggiamento generale dei direttori di gara nei confronti del Napoli in campo, suscita più di qualche sospetto. Dal punto di vista tecnico non è stato di certo il miglior Napoli quello sceso in campo a Udine. La difesa ha ballato in più di qualche occasione e molte ingenuità sono state commesse, come in occasione del fallo da rigore di Maggio o di quello di Dossena da cui è poi scaturito il gol del 2-1 di Di Natale. I cambi di Mazzarri nella ripresa sono apparsi un po’ tardivi, visto che oramai sono ben 5 partite che Hamsik passeggia per il campo; la presenza dello slovacco in campo per 35 minuti nella ripresa ha costretto il Napoli a giocare praticamente con una doppia inferiorità numerica. Urge il ritorno di Lavezzi in attacco, viste le difficoltà di Denis nel rendersi pericoloso in fase offensiva. In ogni caso va sempre rimarcato e rammentato il carattere di questo gruppo che non molla mai, neanche davanti ad una serie di avversità come in quel di Udine. Intanto la classifica si accorcia sempre di più e le vittorie contemporanee di Palermo, Sampdoria e Genoa, permettono alle compagini inseguitrici di rimettersi alle calcagna degli azzurri e di insidiare il sogno europeo di Mazzarri e dei suoi ragazzi. 

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