GENOA E NAPOLI PIU’ VICINE ALLA META, LA JUVE SALUTA DESCHAMPS

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Stavolta i giochi sembrano davvero fatti, perché chi continua a sprecare i bonus a tre giornate dalla fine proprio non ha più scusanti. E se è il solo Piacenza a resistere (e a -11), allora le magnifiche tre hanno di che sorridere. Per la verità la Juventus ha poco da festeggiare, a meno che le dimissioni di Deschamps non rappresentino quella notizia che la società aspettava a promozione acquisita (magari per preparare il ritorno di Marcello Lippi). La Signora è a sei punti da quota 100. Non fa sconti neanche al Mantova, e non sono certamente le prodezze di Trezeguet e Nedved quelle che hanno sfilacciato una squadra alla sua seconda sconfitta di fila, a conferma che certe illazioni era meglio risparmiarsele. All’ultima c’è Rimini-Mantova, che da una parte potrebbe essere del tutto inutile, dall’altra potrebbe valere punti per qualificarsi ai play-off. I romagnoli, infatti, cadono per la seconda volta consecutiva fra le mura amiche ai danni di un Arezzo tornato in corsa per evitare la retrocessione diretta. Mattatore dell’incontro, nel giorno dell’addio al patron biancorosso Bellavista, il napoletano Floro Flores, che indirettamente fa un grosso regalo alla squadra della sua città. A Verona, Reja ammira un Gianello in stato di grazia che conserva quanto creato da Domizzi, Calaiò e Dalla Bona, a segno nelle uniche tre occasioni create dagli ospiti. La rete di Pulzetti è un’illusione per una squadra nuovamente a rischio retrocessione diretta. Non è un sogno, invece, quello che vive il Napoli, artefice del proprio destino al pari del Genoa. Dalla sua, la squadra di Gasperini gode di due punti in più rispetto ai campani, e se domenica batte il Mantova festeggia con un turno d’anticipo. Non poteva essere il Pescara ad arrestare la marcia trionfale di una squadra che a Marassi coglie la sua undicesima vittoria consecutiva, travolgendo l’avversario con Milanetto ed una doppietta del rientrante Adailton. A rovinare i piani dei rossoblu, ma soprattutto del Napoli, sembrano essere rimaste soltanto le due emiliane, in particolare il Piacenza, che però deve vincere le ultime due gare dando continuità all’affermazione di misura sullo Spezia. Nocerino e Degano rendono inutile il rigore trasformato nel finale da Saverino, quando la sua squadra era ormai ridotta in nove uomini. Fuori dai play-off, reali o virtuali, è il Bologna, che in formazione rimaneggiata non riesce a superare un Treviso bravo a rispondere con Acquafresca al vantaggio di Zauli. A Cecconi non resta che fare il pieno e sperare negli altri, al pari del Brescia che con Serafini, un rigore di Hamsik e Mannini travolge un Vicenza in caduta libera e non ancora salvo. A quota 47 ci sono infatti altre due squadre, grazie a due importanti (quanto scontate) vittorie esterne. Il Frosinone ringrazia il già retrocesso Crotone, che va in vantaggio con Sedivec ma viene rimontato da una doppietta di Bocchetti e dal gol di Dedic, la cui prodezza rende inutile la rete finale di Baù. In rimonta anche l’affermazione del Bari in casa dell’Albinoleffe, passata per prima con Belinghieri e messa al tappeto in dieci minuti da Ganci (gol e rigore) e Santoruvo, prima di chiudere i conti con un penalty di Ferrrari nella ripresa. Di fondamentale importanza il successo del Modena ai danni della Triestina: la firma è di Pinardi, ora Varrella ha paura. Valeva poco Lecce-Cesena, hanno vinto i padroni di casa che con Osvaldo ed un rigore di Valdes regalano ai salentini un nono posto che nella sua inutilità ha del sensazionale per il lavoro di Papadopulo.

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