GEROLIN CHIAMA MARINO

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Manuel Gerolin, 44 anni, è uno degli artefici del miracolo-Udinese. In Friuli ricopre il ruolo di coordinatore degli osservatori, con eccellenti risultati visto l’ottimo campionato condotto fin’ora dalla formazione di Spalletti. Gerolin, nativo di Mestre, inizia la carriera da calciatore a diciassette anni nelle fila del Conegliano in C2. Ci rimarrà per due stagioni collezionando 35 presenze e 5 gol. Centrocampista destro-centrale, con propensione difensiva, Gerolin passa all’Udinese, in serie A, nella stagione 1980/1981. Con la maglia bianconera giocherà per cinque anni scendendo in campo 122 volte e mettendo a segno 13 gol. Nel 1985 passa alla Roma dove totalizzerà 138 apparizioni con la casacca giallorosa e 5 marcature. Dopo l’esperienza nella Capitale passa al Bologna in serie B nel 1991. In Romagna resterà due anni accumulando 24 presenze e 3 segnature.

Gerolin, come si è riuscito a creare questo fenomeno-Udinese?

"Certamente non c’è una ricetta precisa. Quello che posso dire è che ci vuole semplicità e tanta voglia di lavorare. Bisogna girare sui campi di calcio e cercare di accaparrarsi i calciatori migliori anticipando le mosse delle altre squadre. Inoltre bisogna avere un presidente competente per lavorare bene e con serenità. Indubbiamente non si fanno solo affari, qualche volta si sbaglia anche".

Cosa ha spinto, secondo lei, Pier Paolo Marino a lasciare Udine per tentare l’avventura napoletana?

"Marino stava fuori da sei/sette anni e la possibilità di avvicinarsi a casa è stata determinante. Inoltre un’offerta economica migliore, una proposta di lavoro ambiziosa hanno fatto il resto. Avrà tutte le possibilità per costruire qualcosa d’importante, il progetto è bello e ambizioso".

Sono partiti i lavori per la nuova casa del Napoli al cui interno è previsto un settore dedicato appositamente agli osservatori. Visto che lei ha lavorato ad Udine con Marino, come strutturerà questa sezione il d.g. del Napoli?

"De Laurentiis ha ingenti possibilità economiche e sicuramente questa struttura sarà bellissima e all’avanguardia, ma quello che conta è l’organizzazione. Sarà importante scegliere i collaboratori giusti. Il Napoli può essere paragonata ad una Ferrari, per farla andare bene bisogna saperla guidare. Ripeto, le persone che andranno a comporre questo staff dovranno essere scelte con molta attenzione perché rappresentano una parte molto importante".

Come vede il trio De Laurentiis – Marino – Reja?

"Il presidente c’è: ha un progetto importante e capitali da investire nella sua realizzazione, inoltre ha dimostrato di voler far tornare Napoli ai fasti di un tempo. Marino è una persona competente che ha tanta esperienza nel suo settore. Reja è un grande allenatore, ha fatto bene in ogni squadra che ha allenato, sa farsi seguire dal gruppo. Ricordo le parole di Zola, dopo la promozione del Cagliari nella massima serie, dove ringraziava il suo allenatore. Auguro a loro e di conseguenza al Napoli le migliori fortune".

Cosa pensa dell’idea di Marino di inserire ex calciatori nell’organigramma societario come ha fatto con lei e Carnevale a Udine?

"Dare la possibilità agli ex calciatori di lavorare è giusta anche se bisogna avvalersi di personaggi competenti. Marino sa quello che fa anche se solo i risultati potranno dare il degno giudizio sul suo lavoro".

Come giudica il lavoro svolto sin qui dal d.g. del Napoli?

"Non so, certo ha dovuto adeguarsi ad una situazione difficile ma gli sono state messe a disposizione tutte le risorse per farlo al meglio. Ha costruito un buon gruppo per la C, ci sono calciatori giovani e interessanti come Calaiò e Abate. E’ l’uomo scelto da De Laurentiis e ci sarà un motivo. Certo non ho la sfera di vetro per prevedere come andrà a finire la sua avventura, ma sicuramente ha tanta esperienza. Se lavora bene come sa, i risultati non potranno non arrivare".

Secondo lei, è effettivamente probabile una doppia promozione del Napoli a giugno?

"Se ci sono società in situazioni disastrose, a rischio fallimento, ben venga. Dovrà essere la Lega, comunque, a prendere una decisione del genere. Anche se penso vada data priorità alle squadre che attualmente stanno lottando per salire in A".

E’ vero che se in estate l’avesse spuntata Pozzo con il suo Napoli Sport, lei sarebbe diventato il nuovo d.s. azzurro?

"Penso che se l’avesse spuntata Pozzo non io ma tutto il gruppo che lavora ad Udine si sarebbe trasferito all’ombra del Vesuvio. Non credo avrei fatto il direttore sportivo. Anche qui all’Udinese, infatti, non abbiamo questa figura perché è un ruolo che è andato un po’ scemando. Ora c’è il ruolo di direttore dell’area tecnica".

Ma non c’è la possibilità di vederla collaborare con la società di De Laurentiis?

"Marino ha il mio numero, sa che ho entusiasmo e conosce le mie capacità. Se mi fanno un’offerta la valuterei con grande attenzione anche se ad Udine sto benissimo".

Tornando a qualche anno fa, lei segnò un bellissimo gol al Napoli con la maglia della Roma nella stagione 1985/1986. Che sensazioni le rievoca quel gol?

"Quel gol lo ricordo con particolare piacere perché è stato veramente bello. Ero davanti a Garella e sono praticamente andato in porta con la palla. Quelli si che erano anni meravigliosi: si giocava un calcio più sano, più vero".

In conclusione, anche se questo significherebbe tradire il suo attuale club, ce lo dice qualche giovane interessante?

"Stiamo visionando alcuni giocatori interessanti che fanno al caso nostro, non del Napoli. Gli azzurri al 99% l’anno prossimo saranno in B e ci vogliono calciatori che garantiscono una certa solidità. Noi, invece, cerchiamo calciatori che si adeguino alle nostre esigenze, con ampi margini di miglioramento".

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