GIOCHI POCO PREZIOSI

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La notizia è deflagrata come una bomba, ha sollevato un’enorme nuvola di polvere; la polvere ora sta stagnando e solo quando si sarà dissolta i danni saranno visibili.

Stiamo parlando della vicenda che ha coinvolto Enrico Preziosi ponendo la sua società, il Genoa, al centro di un giro di partite truccate. Ultima tra tutte Genoa-Venezia dello scorso 11 giugno, finita 3-2 risultata poi determinante per la promozione dei liguri nella massima serie.

Dalle ultime indagini sono emersi colloqui telefonici tra Preziosi ed un dirigente lagunare proprio durante la partita e non è molto credibile come semplice coincidenza.

Tutto è nato dalla valigetta piena di denaro trovata in possesso di Pino Pagliara,consulente di mercato del Venezia, mentre questi si allontanava dagli uffici del presidente Enrico Preziosi.

Colto in flagrante, si potrebbe quasi dire "con le mani nella marmellata", Pagliara ha giustificato l’ingente somma in suo possesso, 250 mila euro in contanti, come una tranche del pagamento per il passaggio del paraguaiano Maldonado al Genoa. La spiegazione non ha convinto più di tanto gli inquirenti, tanto più che lo stesso calciatore è caduto dalle nuvole sostenendo di essere all’oscuro della presunta trattativa. Il pagamento, oltretutto, sarebbe stato collocato in uno spazio temporale non proprio felice cioè subito dopo l’incontro tra le due formazioni con tutta la posta in palio che può esserci in una gara all’ultima giornata di campionato.

Le persone indagate al momento sono sei e comprendono oltre a Pagliara e Preziosi, il figlio di quest’ultimo, Matteo,il dirigente rossoblu Capozucca più i due Dal Cin, padre e figlio,ex dirigenti del Venezia.

Si attende come sempre la piena confessione di qualcuno temendo che lo scandalo possa allargarsi a macchia d’olio comprendendo anche altri incontri dei quali sarebbe stato concordato in precedenza il risultato finale a beneficio della solita onesta banda di amici scommettitori.

Sebbene l’illecito sportivo, quando sia accertato, preveda la retrocessione, a Genova hanno la mente proiettata verso un futuro denso di soddisfazioni e l’ingaggio di Francesco Guidolin lascia intendere che, male che vada, la punizione consisterà in una partenza in Serie A solo con la penalizzazione di qualche punto.

Lo stesso tecnico, fresco dello storico approdo del Palermo in Europa, risponde con palese indifferenza alle domande sull’argomento; questo per permettere ai numerosi spettatori interessati di mettersi il cuore in pace.

Non ci sarà nessun posto vacante, non è nel mare di Genova che dovranno tuffarsi nella speranza di pescare qualcosa o, meglio, di essere "ripescati".

Perché ormai è questa l’ultima moda del nostro calcio; trovare non tanto chi ha vinto o chi ha perso ma chi ha i bilanci non in regola e quindi è in predicato di fallire per lasciare il posto a qualcuno che si ritroverebbe così catapultato nella categoria superiore solo grazie a carte bollate, ricorsi e sentenze. Questa vicenda potrebbe essere la spiegazione del folle dopo partita di Piacenza tra gli emiliani ed il Genoa, con quella scazzottata finale motivata per un eccessivo impegno dei primi o per una richiesta, più o meno esplicita, di agevolazione a concedere punti fatta dai secondi.

Certo è che comunque andrà a finire Guidolin dovrà percorrere un bel tappone; lo diciamo conoscendo la passione del tecnico veneto per le corse in bicicletta. Sia che vi saranno provvedimenti emessi solo dalla giustizia sportiva, sia che si pronunzierà anche quella ordinaria, l’arrivo del Palermo sulla vetta dell’Europa sarà stata una piacevole passeggiata rispetto alla salita che dovrà sorbirsi per tenere in alto il Genoa.

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