I nostri guerrieri azzurri: Elmas
Continua la nostra rubrica sui guerrieri azzurri.
Il dodicesimo uomo, jolly tuttofare, tutto questo è Eljif Elmas. Il centrocampista macedone arrivato a Napoli nel Luglio 2019, per quella che sarà una delle stagioni più tribolate della storia azzurra tra esoneri e Covid, ma alla fine positiva solo per una inaspettata Coppa Italia. Parti’ in sordina il ragazzo, prelevato dal Fenerbache su indicazione dello scouting e l’avallo di Ancelotti. Quella maglia numero 12 sulle spalle in quella stagione proprio perché prima scelta in ogni zona del campo dal centrocampo in giù. Poi il passaggio alla maglia numero 7 che prima di lui era stata sulle spalle di due icone come Jose Callejon e Cavani e prima ancora di Lavezzi che proprio al Matador concedette l’uso della “sette”. Ci si è legato tanto a quella
maglia Elmas che non volle la scorsa Estate darla neanche a Kvara (costretto poi a prendere la 77). Una sorta di “ius prime noctis” per un numero per lui importante e con il quale voleva scrivere la storia azzurra.
Spalletti lo ha subito apprezzato anche se mai gli ha trovato una reale collocazione dandogli un ruolo definito. Tutto questo da frustrazione per Elmas è poi diventato un valore da lui stesso apprezzato perché gli permetteva di essere sempre la prima scelta in ogni zona del campo per dare all’occorrenza equilibrio o quel pizzico di imprevedibilità in più che serviva ad inizio gara o a gara in corso. Vice Lozano e vice Politano a destra e a volte anche preferito ad entrambi. Vice Kvara a sinistra quando a Novembre il georgiano è rimasto fermo ai box. Vice Anguissa o vice Zielinski per aiutare la mediana o stare in mezzo alle linee della trequarti. E non è mancato neanche in fase offensiva quando, suo malgrado, si è ritrovato in un quarto di finale di Champions, a fare il centravanti a SanSiro per il contemporaneo stop di Osimhen, Simeone e Raspadori.
Tutto questo girovagare per il campo gli ha permesso di realizzare ben 47 apparizioni stagione di cui 36 in campionato. Efficace in ogni zona del campo in cui non ha di certo perso il feeling con il gol. Ben sei le reti realizzate e tutte importanti. Oltre al gol ad inizio stagione nella gara contro il Lecce, finita in parità, i suoi gol più importanti sono arrivati a Novembre per sopperire all’assenza di Kvara. Le reti con Atalanta e Udinese sono state, oltre che belle, decisive per entrambe le vittorie. Anche dal dischetto non si è fatto mancare di mettere a segno un gol importante come quello di Genova contro la Sampdoria nei minuti finali di gara in cui gli azzurri, nonostante la superiorità numerica, stavano soffrendo non poco. Apoteosi per lui al Maradona, qualche giorno dopo, contro la rivale di sempre, la Juventus. Minuto 72’ e gol del 5-1 dopo una bella azione sulla destra e una finta che manda a terra i difensori bianconeri. Quel gol farà fatica a dimenticarlo per il boato del Maradona. Così come farà fatica a dimenticare l’assist più bello e più volte ripetuto nei replay del film di questo scudetto. Parliamo del cross all’Allianz, sempre contro la Juve, che ha permesso al 94’ a Raspadori di siglare il gol partita.
Tutto questo è Elmas, il dodicesimo uomo di questa squadra, un giocatore arrivato in punta di piedi tra tanto scetticismo, ma che si è saputo guadagnare la fiducia di tutti gli allenatori qui a Napoli in questi quattro anni.
Questo Scudetto porta la sua firma, quella del numero 7, un numero che è nella tradizione dei campioni di tutte le grandi squadre. Sarà un caso ma Elijf, su quelle spalle, lo ha portato come se fosse già un campione affermato e si candida anche per la prossima stagione ad essere “l’uomo in più”.