LA SCOMPARSA DEL PROFESSORE

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Si dice che il desiderio massimo di un attore di teatro sia quello di morire in scena. Chissà se Franco Scoglio, com’è avvenuto, desiderasse concludere la sua avventurosa vita parlando del grande amore calcistico e non ; Genova ed il Genoa. Con la gradinata nord serbava un rapporto speciale, fatto di un amore sanguigno, a volte folle nella sua esplosiva emotività. I genoani lo idolatravano, da quando dopo cinque anni di astinenza, condusse nel 1989 i rossoblu ad un trionfale ritorno fra le " elette" della A. Addirittura, nel 2001 preferì lasciare la panchina della Tunisia, praticamente qualificata ai mondiali, per tornare a " Marassi" al capezzale del suo Genoa, mestamente adagiato in zona di fondo della serie B. Amato ed odiato ( celebri alcuni suoi battibecchi con i colleghi, fra i quali anche Capello ), celebre per le sue massime, trascendeva la sua spiccata sicilianità ( era nato a Lipari, isole Eolie nel 1941 ) nella sua vulcanicità, che lo portava ( sempre nel massimo rispetto però ) ad inanellare accesi dibattiti nei vari " talk – show" di opinione, nei quali, forse si destreggiava ancor meglio che in panchina. Come quello di ieri sera con il Presidente del Genoa Preziosi, come tante altre volte in passato, così da renderlo irresistibilmente e simpaticamente detestabile, sia dagli " amici" che dai " nemici". Burbero, scoppiettante, genialoide, colto ( aveva conseguito la bellezza di due lauree ), folle quel tanto che basta per non superare la frontiera della normalità. Gli piaceva provocare, ( non vorrei che un giorno risultassi simpatico a tutti …), ma fingere mai : in una parola genuina, in tutti i sensi del termine. Dopo aver giocato nei dilettanti, il " Professore" ( mai soprannome fu più veritiero ) iniziò la sua carriera da trainer nel 1972, sedendo sulla panchina delle giovanili della Reggina. Fa la spola fra Calabria e Sicilia ( Messina, Reggina, Acireale ), vincendo il suo primo campionato in Interregionale alla Gioiese. E’ dal 1984 che la sua carriera prende una svolta: Con il Messina conquista la B nel 1986, fa due stagioni ad alto livello ( valorizzando Schillaci e Protti), si comincia a parlare di lui al di fuori dai confini meridionali, stuzzicando la fantasia di Aldo Spinelli, "patron " del Genoa, che pensa fra sé e sé che sì, questo Scoglio può essere l’ uomo giusto per rilanciare il balbettante " grifone". Detto, fatto: il Genoa conquista la promozione a spron battuto, Scoglio è il nuovo " Doge". Fa acquistare tre uruguaiani, Perdomo, Aguillera, e Paz per l’ esordio fra i " grandi", affermando di voler rievocare il gioco dell’ Uruguay campione del mondo nel 1930. Naturalmente sul tema, si tennero numerosi dibattiti…il Genoa si salva, Scoglio va a Bologna senza fortuna, torna sotto la lanterna per salvare dalla B Signorini e compagni ( quando il "libero" morì, Scoglio disse : " sono morto un po’ anch’ io "). Terzo e trionfale ultimo ritorno nel 2001, in mezzo qualche delusione di troppo, con la soddisfazione di allenare con profitto però in Africa. Celebre la sua battuta " ad minchiam", per esemplificare la…classe di qualche giocatore, conoscitore di lingue dall’ inglese all’ arabo , studioso del calcio ( "ci sono 21 modi per battere un corner " ), amatissimo da tanti suoi giocatori, che ne parlavano con affetto anche da lontano, a volte eccedeva a suo danno proprio per un’ incontenibile esplosività che rivolgeva ad ogni sua azione, ad ogni suo gesto. Franco Scoglio, personaggio sempre e comunque: anche nel suo ultimo atto di vita.

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