L’INVASIONE DI CAMPO DI "MISTER" DE LAURENTIIS
"Mister, dobbiamo giocare così". Un'invasione di campo del patron che rischia di mandare l'allenatore, e soprattutto le sue idee, in fuorigioco.
Quante volte è capitato? Nel calcio non è certo la prima volta, ed Aurelio De Laurentiis è fatto così, ama stupire con uscite a sensazione. Il "suo" Napoli comincia oggi, la C è stata una parentesi dolorosa che il presidente si è messo alle spalle cambiando nome alla società. Ma già "in palestra", come amava definire quella categoria fatta di tante impercettibili insidie superate dopo due anni, il produttore ha regalato ai suoi spettatori tanti effetti speciali, incassati senza battere ciglio dai suoi dipendenti.
Cominciò con il 3-5-2 di Giampiero Ventura, "consigliando" al tecnico l'impiego contemporaneo di Abate e Toledo lungo le corsie esterne. Continuò con Edy Reja quando la squadra era ormai in fuga verso la B, un momento in cui una tirata d'orecchie al tecnico sarebbe servita da monito per il futuro. E alla prima occasione De Laurentiis è stato chiaro con il tecnico, avvisandolo davanti a numerosi testimoni: quest'anno pretende anche lo spettacolo, il risultato non gli basta. Due mani di ghiaccio sembrarono circondare il collo di Reja soffocandolo, la stretta è arrivata a distanza di un mese.
De Laurentiis ha definito "palloso" il 4-4-2, lanciandosi senza paracadute in divagazioni tattiche riguardanti il "rombo", il "trequartista", il “4-3-1-2”, il “4-3-2-1” ed il “4-3-3”. Edy Reja sa bene che il 4-4-2 può anche divertire: il Manchester United negli anni '90, tanto per fare un esempio, rasentava la perfezione ma aveva Giggs e Beckham lungo le corsie laterali, Yorke e Cole in prima linea. Lo ha imitato il Chievo di Delneri, che sulle fasce aveva Manfredoni ed Eriberto, in attacco Cossato e Corradi. Due squadre che hanno entusiasmato, divertito e vinto, dimostrando che l'equazione modulo uguale spettacolo non è un'identità: puoi anche sbandierare il 3-4-3 e giocare con il 5-4-1, predicare un 4-2-3-1 e restare senza punte, applicare il 4-3-3 lasciando che a divertirsi sia solo l'avversario.
Reja è nel calcio da tanto tempo per non sorridere alle certezze del presidente, che tuttavia ha tutto il diritto di chiedergli uno spettacolo degno di Napoli e degli investimenti effettuati. La storia insegna che quando al goriziano vengono consegnate le chiavi di una corazzata, lui la porta al traguardo senza troppa fatica ma senza accelerare né sorpassare in curva.
E De Laurentiis, invece, vorrebbe vedere anche qualche intuizione che possa consegnare la sfida alla memoria del tifoso e non solo alla custodia degli almanacchi. Il problema non sembra avere soluzione: al pragmatico Reja non si può chiedere di incantare e di vincere, è doveroso invece auspicare che riesca a guidare una fuoriserie bisognosa ancora di qualche pezzo da novanta per far cantare il motore.