LO SCUDETTO IN POLTRONA

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È la prima volta, in Italia la prima volta di sicuro, o forse no. La Juve vinse il suo primo scudetto un secolo fa proprio così, senza essere scesa in campo. Chissà poi se è mai successo che uno scudetto si sia deciso in un giorno che non sia stato la domenica. Questo perché anticipi e posticipi sono banditi, nelle ultime giornate, proprio per salvaguardare la regolarità del campionato stesso, più che altro per non offrire il vantaggio di scendere in campo già conoscendo il risultato della rivale per il titolo.

L’anticipo di San Siro, eccezionalmente disputatosi per favorire i rossoneri in vista dell’imminente finale di Champions League a Istanbul, ha laureato campione d’Italia la Juventus di Capello dato che la formazione di Ancelotti non è andata oltre il pari contro la rivelazione Palermo. È lecito pensare con quanta trepidazione tutto quanto il clan juventino, dai massimi dirigenti agli addetti allo spogliatoio, abbia seguito la partita in TV ed è lecito immaginare la festa che c’è stata a Torino.

Una festa scoppiata all’improvviso perché, pur se si confidava nella vivacità dei siciliani, il Milan conduceva 3 a 1 a pochi minuti dalla fine e ciò induceva gli juventini a procrastinare i bagordi di almeno quarantott’ore.

Il che era probabilmente quello che qualcuno, o più di qualcuno, sperava.

C’è molto più gusto a conquistare un tricolore scendendo in campo, a fremere nell’attesa del risultato altrui e ad esultare al triplice fischio di chiusura.

Forse i giocatori juventini in virtù di un titolo praticamente conquistato grazie alla vittoriosa sfida di San Siro avrebbero voluto anche loro giocare venerdì sera; Volete mettere il diverso tipo di emozioni, emozioni come quelle vissute per l’ultimo titolo vinto in quello storico 5 maggio di tre anni fa grazie al rocambolesco pareggio dell’Inter all’Olimpico? Così come è ricordato lo struggente pianto di Ronaldo oppure la stralunata espressione di Materazzi il quale con rabbiosa ironia invitava i giocatori della Lazio ad impegnarsi perché così facendo favorivano la Juve.

In un contesto diametralmente opposto, quasi da salotto, come avranno festeggiato i giocatori neocampioni? Non certo in mutande inzuppandosi di champagne, urlando e cantando come se fossero stati nello spogliatoio. Avranno probabilmente prenotato un esclusivo locale dove poter assistere alla partita mettendo in conto, nel caso di esito favorevole, una festa sicuramente più compassata.

A tale proposito la domanda che un giornalista porrebbe ora ad un qualsivoglia giocatore juventino è la seguente. "È contento di aver vinto di venerdì o avrebbe preferito aspettare domenica per festeggiare davanti ai suoi tifosi?"

Mancava solo il conforto dell’aritmetica per questo 28esimo scudetto che comunque non sarebbe stato festeggiato tra le mura amiche essendo i bianconeri impegnati domenica a Livorno. Scudetto accompagnato a Torino pure dalla saggezza di Ancelotti che ha salvaguardato il patrimonio tecnico della sua squadra in vista della finale di mercoledì mandando in campo contro il Palermo non certo la migliore formazione.

Ci sarà pure stato chi, scaramanticamente, la partita nemmeno l’ha vista, né seguita per radio. Ha giocato alla Playstation oppure letto un libro poi si è tolto i tappi dalle orecchie e si ritrovato campione d’Italia.

Strano modo di vincere ma è pur sempre uno scudetto.

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