NAPOLI E IL SUO PUBBLICO, UN BINOMIO PASSIONALE E VINCENTE

Gennaio. Per il calcio moderno il primo mese dell’anno coincide con una piacevole e spesso avvincente realtà: il mercato di riparazione. Chi viene, chi va, gli spogliatoi di molte squadre del campionato sembrano un aeroporto o una stazione, più che un ritrovo per calciatori. Il Napoli per il momento, esclusa la cessione di Montesanto, si è tenuto fuori da queste dinamiche talvolta folli che condizionano e divertono un po’tutti, fra tifosi e addetti ai lavori. Ma non lo sarà ancora a lungo. Anche qui, salvo speculazioni fantacalcistiche che di questi tempi non mancano mai, sono molti i giocatori con la valigia, o presunti tali.

Niente di nuovo, fino all’ufficialità del trasferimento i calciatori continuano a giocare con la casacca attuale, e quelli che indossano la maglia azzurra sembrano averli tatuati sul petto, questi colori. Molti i nomi dati in partenza, molti di questi nomi erano sul tabellino di Napoli-Verona, molti di questi nomi probabilmente resteranno in questa città. E come potrebbero desiderare altrimenti: Napoli è una delle più belle città del mondo, con tanti difetti ma sicuramente anche tanti pregi, e uno di questi è senz’altro l’attaccamento dei tifosi alla compagine locale; volubili, violenti, rumorosi, ma anche e soprattutto trascinanti, ironici e passionali. Il pubblico partenopeo regala sempre emozioni molto forti, chi scende in campo sa che dovrà dare il massimo, o diventerà motivo di una vera e propria tragedia emozionale, per migliaia di persone, viceversa sarà l’artefice di un vero e proprio trionfo, anche nel match più insignificante. Questa è la vera forza del nostro glorioso club, e anche i calciatori, con la valigia o meno, sembrano averlo capito alla perfezione.

Basti vedere la partita contro gli odiati scaligeri: alcuni degli elementi della rosa più criticati negli ultimi tempi hanno dato tutto per portare a casa uno dei risultati più importanti della stagione, almeno per i tifosi. L’esempio più fulgido è proprio il più bersagliato dalle critiche fino al mese scorso, Christian Bucchi. Bomber di professione ma con le polveri bagnate, ha spronato a più riprese la folla, in uno stadio che era piuttosto pieno per essere sabato pomeriggio e per la partita contro una compagine che sulla carta avrebbe ben poco fascino, se guardiamo la classifica. L’incitamento di Bum Bum ha scaldato i cuori dei tifosi, risvegliando l’amore dei presenti per dare sostegno agli azzurri in difficoltà, nonostante la noia per un risultato ad occhiali che perdurava da quasi un tempo. Tanti i fattori avversi, la difesa gialloblù chiusa a riccio, la scarsa vena degli attaccanti napoletani, e la severa direzione del sig. Stefanini, che ci ha tolto dal campo l’uomo più pericoloso, Emanuele Calaiò, con un’espulsione che sconteremo anche nei turni a seguire, poichè la squalifica sarà presumibilmente di due giornate. Ma torniamo a Bucchi: dopo il rigore trasformato il bomber si è lasciato andare ad una gioia incontenibile, tributando al pubblico tutto l’affetto che finora non ha potuto dimostrare. Come lui tanti altri, a partire da Giubilato, uno che quando viene chiamato in causa non tira mai indietro la gamba, e non le manda certo a dire, quando l’area di rigore è in pericolo lui spazza via e manda tutti a quel paese, pallone in tribuna in barba all’etichetta. E che dire di Trotta, che giochi bene o male il cursore romano si impegna sempre allo spasimo, non si risparmia e i tifosi apprezzano i suoi sforzi. Ma anche chi subentra a partita iniziata, come Sosa, Capparella o De Zerbi, presunti partenti come molti altri, dà il suo contributo. E i risultati si vedono, con l’aiuto di tutti il Napoli è primo in classifica, spinto anche da questa passione irrefrenabile che carica chiunque calchi il terreno di gioco.

Ecco dunque che si pone il problema. Alcuni andranno via, ma saranno in grado i loro sostituti di impegnarsi in egual maniera? daranno lo stesso apporto dal punto di vista morale e psicologico? Si sa, come si dice, cosa capita a chi lascia la strada vecchia per la nuova, ma in alcuni casi il rischio lo si può correre, perchè i nuovi acquisti eleveranno senza dubbio il tasso tecnico della squadra. Marino sa bene ciò che fa, l’unico aspetto che non può prevedere è l’integrazione dei nuovi anche dal punto di vista emozionale con la tifoseria. Speriamo che chi arriverà avrà il carattere per farsi assorbire a pieno in questa focosa realtà, poichè quando i supporters diventano tutt’uno con chi entra in campo i leoni da 11 diventano 12, 13, 14, migliaia, e per gli avversari diventa davvero dura. Portateci in A, ragazzi, nuovi o vecchi che siate, con il trasporto e l’affetto che avete dimostrato finora. Noi non aspettiamo altro.

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