ODDO PROPONE LO SCHEMA AD "ABETE"

Se a Napoli le turbolenze tecnico-societarie sono durate 48 intensissime ore (fra il 16 e il 18 gennaio, quando maturò l’esonero di Ventura), ad Avellino si sa quando sono cominciate, non si sa quando sono finite. Perché si sa che quando sono tanti i galli a cantare c’è il rischio che il giocattolo si rompa. E così, da quando una vecchia conoscenza azzurra come Luigi Pavarese si è insediato nel club dei fratelli Pugliese, qualcosa è cambiato. La panchina di Cuccureddu è cominciata a riscaldarsi alle prime sconfitte, per poi esplodere dopo il ko di Martina. Fuori Cuccureddu, ecco un altro fedelissimo di Pavarese, quel Francesco Oddo buono per tutte le stagioni e che con l’ex diesse del Napoli ha già lavorato a Messina (con risultati non troppo apprezzabili). E alla prima sconfitta, anche Oddo ha ballato. Evidentemente Pugliese è stanco di operare con troppe persone al suo fianco, e le cinque pappine che la Spal ha rifilato ad un Avellino senza motivazioni hanno "disturbato" il presidente, esploso poi dopo la discussione avuta con lo stesso tecnico. Tregua armata fino alla fine della stagione, poi ci sarà il repulisti. Prima però ci sono da giocare i play-off. Oddo ha scelto gli uomini, anche sul modulo non ci sono troppi dubbi: 4-3-2-1. Il guardiano dei pali è Domenico Cecere, una garanzia. Con lui fuori causa, i lupi hanno visto le streghe. In difesa, i punti fermi sono Criaco e Puleo, una coppia di centrali affiatata e sicura. Ai lati, ecco il giovane D’Andrea e quel Moretti le cui punizioni sono sempre da tener d’occhio. Seguendo le orme del modulo "ad albero di Natale", a centrocampo troviamo una mediana compatta, fatta da un mastino come Riccio, da un giocatore chiamato all’impostazione come Cinelli e dal versatile Fusco. Oddo imposta la manovra corale dell’Avellino proprio sul centrocampo, al quale spetta consegnare palloni giocabili a Rastelli e Millesi. I due giocatori che supportano un classico uomo d’area di rigore come Biancolino (o, all’occorrenza, Ghirardello) non hanno bisogno di presentazioni. Il primo e lo stesso Biancolino furono i cecchini che stesero il Napoli nel fango del Partenio. Prima ed unica sconfitta per Reja in campionato. All’andata andò bene a tutti: risultato ad occhiali con qualche paura di troppo per il Napoli e qualche eccesso di precauzioni per Cuccureddu. Questione di mentalità. Nei play-off la storia cambia, così come cambierebbero ancora una volta gli allenatori che si troverebbero di fronte.La stagione vissuta dai singoli: l’analisi del rendimento dell’AvellinoLupi, il pagellone dell’annoPORTIERI:CECERE: Prestazioni eccellenti, non si annoverano topiche, rispetto alla scorsa stagione con Zeman. Voto 7.MUSELLA: Disputa tre gare da titolare, più il debutto con il Rimini, subendo otto reti e scoprendo qualche ruggine rimediata nella lunga degenza in panca. Voto 5.5DIFENSORI:AMETRANO: Inizia con superbia, spadroneggiando sulla fascia, poi, come un vecchio espresso s’arresta in corsa. Infortunato. Voto 6.VASTOLA: Qualche discreta apparizione, ma scarsamente apprezzato e da Cuccureddu, e dal successore Oddo. Voto 5.5. NICOLETTO: Un rincalzo né di qualità, né di carattere. Voto 5.5.PULEO: Incomincia con autorità, attraversando, nel fulcro del girone di ritorno, un periodo di "confusione". Quasi sopita la polemica con la tifoseria, dopo un mese di silenzio stampa. Voto 6.5.CRIACO: Rude e non spettacolare, ma cinico e goliardico. Un acquisto sensazionale, firmato dal segretario ed ex diesse Lo Schiavo. Voto 7.D’ANDREA: Da centrale fa valere la stazza, da terzino si fanno "valere" i piedi non merlettati. Voto 6.PALERMO: Tipico gregario, utile nelle circostanze d’emergenza. Voto 6. MORETTI: Progredisce nella fase difensiva, confermando le abilità balistiche con il suo strepitoso sinistro. Voto 7.CENTROCAMPISTI:VANIN: Calciatore di classe, ma senza attributi. Soffre la pressione, Cuccureddu lo boccia, Oddo lo recupera. Voto 6. LEONE: Per la sua esperienza e per il suo equilibrio tattico, meritava di più a scapito di un catastrofico Cinelli. Voto 6.FUSCO: Il ragazzo ex Battipagliese, fratello di Luca, è cresciuto. Disinvolto e grintoso sulla mediana. Voto 6.5.CINELLI: Movimenti macchinosi, fraseggi inesistenti, mai in forma. Una palla al piede. Voto 5.RICCIO: E’ lui ad accendere la lampadine nel buio pesto del centrocampo, utilizzato senza risparmio, si spera non paghi la stanchezza negli spareggi. Voto 7.MONTEZINE: Arriva con un serio problema al ginocchio e ne riscontra un altro. Poche apparizioni, ma pregevoli numeri. Voto 6.ATTACCANTIGHIRARDELLO: Undici reti all’attivo, ma, anche, tanti fischi e tante partite imbarazzanti. Le colpe? L’inadeguatezza tattica, imposta da Cuccu e Oddo, e conseguente assenza di motivazioni. Destinato alla B, ha già dei contatti. Voto 6.5. RASTELLI: Sorprende. Generoso, capace di comprendere e perdonare Cuccu, suo mentore per l’inadeguato ruolo di centravanti. Attraversa uno strepitoso stato fisico, dopo qualche scricchiolio due mesi addietro. Voto 6.5.EVACUO: Lo Zalayeta dell’Avellino, il dodicesimo calciatore. Segna sì, ma se chiamato dallo scanno. Voto 6.5.MILLESI: Dieci reti e tanta sostanza. Fu Zeman a scoprirlo, convocandolo dalla lontana Sicilia e dalla C2. Voto 7. BIANCOLINO: Marcature di peso specifico anormali, marcature da vittoria con Napoli e a Chieti. Il suo ritorno per conquistare la seconda promozione in biancoverde in tre anni. Voto 7.ALLENATORI:CUCCUREDDU: Dà l’impressione di sapere e avere tutto, di sapere motivare i calciatori, prepararli alla gara e di avere la situazione ben salda tra le mani. Invece, durante la fase decisiva, dimostra di non sapere e di non avere. Voto 5.ODDO: Non gli riesce il miracolo, gli rimane un’impresa. Qualche evoluzione nell’organizzazione del gioco, ma non riesce, ancora, ad inquadrare la squadra in un determinato modulo. Da lavorare sulle gambe e sulle teste di un gruppo caldo e nervoso. Da cancellare l’umiliazione di Ferrara. Rimandato. Voto 5.5

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