QUARRATA 10- 3- 2007: “STADIO COMUNALE FILIPPO RACITI
Lo stadio comunale di Quarrata, in provincia di Pistoia, da sabato 10 marzo porterà avanti il nome e la memoria dell’ispettore capo Filippo Raciti. A poco più di un mese dagli scontri seguiti alla partita Catania-Palermo che ne hanno potato alla tragica morte, il mondo sportivo compie il suo primo piccolo passo per non dimenticare una delle sue pagine più brutte. All’ inaugurazione della targa di intitolazione il Sindaco Sabrina Sergio Gori ha espresso le proprie intenzioni personali oltre a farsi portavoce di alcuni messaggi inviati dai rappresentanti delle istituzioni. Sono intervenuti inoltre il prefetto e il questore di Pistoia, i rappresentanti delle forze dell’ordine e poi tanta, tanta gente comune. Come esponenti del mondo del calcio c’erano Luigi Agnolin, presidente del settore giovanile e scolastico della Federcalcio, Mario Corso, campione interista degli anni ‘60, e il giocatore Marco Donadel per la Fiorentina. Juventus e Milan, sono intervenute simbolicamente inviando due maglie ufficiali delle squadre autografate da tutti i giocatori. La presenza più emozionante è stata ovviamente quella dei due figli del Raciti, Alessio e Fabiana di 9 e 15 anni e della vedova Marisa Grasso che ha dichiarato: "alla violenza di chi ce lo ha portato via rispondo con il sorriso e alla vergogna rispondo con la dignità, all’odio con l’amore” . E proprio queste parole di coraggio e di grande forza d’animo riassumono il senso profondo di questa targa alla memoria, riassumono l’auspicio, espresso da tante voci, che davvero sia cominciato un percorso di lotta alla violenza nel mondo dello sport. Un percorso che nasce dalla necessità di andare avanti senza però dimenticare i gravi errori commessi e che insegni prima di tutto ai giovani ad accostarsi al mondo dello sport con passione, lealtà e sano spirito competitivo. “Può accadere che si muoia sul lavoro, ma non è ammissibile che accada perché si viene uccisi da altri uomini" ha continuato la signora Grasso intendendo forse rispondere ad un contestatore anonimo che la notte prima aveva scritto sul muro dello stadio «Anche a Quarrata gli operai muoiono». Lo stesso sindaco di Quarrata che fortemente ha sostenuto questa iniziativa, è rimasta allibita davanti a questo episodio di inciviltà: “Se anche in una città come la nostra – ha commentato – accadono fatti incresciosi di questo genere, allora sono sempre più convinta che iniziative come l’intitolazione del nostro stadio – occasione e momento per affermare con forza i valori della legalità e del rispetto delle istituzioni – siano oltre che opportune, doverose e necessarie”. Oggi, a Quarrata, si è alzata una voce contro i violenti senza volto e gli incivili senza volto che infangano il mondo dello sport. Resterà una voce sola o diventerà un coro?