SAVINI, DA ANELLO DEBOLE A "RULLO" COMPRESSORE

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La fase calante che sta attraversando il Napoli negli ultimi tempi sarà senz'altro da addebitare in gran parte alla confusione totale in cui versa il suo allenatore. Reja, con esperimenti sempre meno comprensibili, sta stravolgendo i compiti di ogni singolo elemento della rosa, esponendo alcuni giocatori a figuracce clamorose, ultimo in ordine cronologico Domizzi, schierato a fare il Pirlo della situazione lui che è un marcatore puro. Ma questa mini-crisi, che sta mettendo in dubbio un secondo posto che sembrava più che solido, è figlia anche delle numerose assenze che hanno decimato la squadra, togliendo alla formazione base alcuni preziosi titolari. Fra questi, c'è un uomo che mai è stato benvoluto da buona parte della critica, anche a causa delle suddette scelte discutibili del suo allenatore, che ha preteso di reinventarlo fluidificante alla Zambrotta, lui che invece ha ben altre attitudini. Eppure forse stavolta ci ha azzeccato, l’eccentrico Edy da Gorizia, perché questo ragazzo si sta prendendo la sua rivincita tutta personale, e, se non amasse la maglia come tutti gli altri suoi compagni, sarebbe contento di notare che senza di lui ad agire sulla sinistra il Napoli ha fatto un solo punto in due partite. Mirko Savini, ovvero, come riscoprirsi indispensabile giocando fuori ruolo. Romano, 27 anni, il mancino ex-Fiorentina è giunto a Napoli quando ancora vigeva la difesa a quattro, per svolgere un ruolo, quello di terzino difensivo, al quale pure si era adattato anni addietro con buoni risultati, essendo nato centrale. Un infortunio lo ha messo fuori gioco per una buona fetta del campionato scorso, in C1; ma rieccolo quest'anno, una categoria più su, ad essere da inizio stagione l'unico titolare indiscusso della squadra. Crede in lui Reja, crede in lui il Presidente, crede in lui Marino, se è vero che ad agosto era l'unico a non avere alternative, se non il "fantasma" Cupi, in una rosa costruita invece con almeno due giocatori per ruolo. Da terzino puro, Savini padroneggia la fascia sinistra alla perfezione, almeno finché non si tratta di varcare la linea di metà campo. Poi, a novembre, il naufragio del 4-3-1-2, ed ecco i primi guai. Il mister vara un 3-5-2 che sembra stare addosso al Napoli come un vestito firmato da un sarto famoso. Ma ecco l'unica falla, sulla manica sinistra, dove per carenza di interpreti viene chiesto al prode Mirko di fare gli straordinari. Difendi e spingi, fluidifica e crossa, da oggi in poi sei un centrocampista. Mal si adatta il pur diligente Savini a questa soluzione, che lo vede perdere colpi proprio quando il suo compito diventa quello di scodellare palloni al centro come se fosse Beckham. Non l'ha mai fatto, e ne subisce le conseguenze, con prestazioni scialbe, e critiche a non finire. Ma il nostro lavora in silenzio, come un Ciuccio doc, mastica amaro ma studia la parte con determinazione, con la voglia di capirla e assimilarla, nonostante i detrattori gli suggeriscano di cambiare mestiere.  Si arriva a gennaio, mercato di riparazione, e il ruolo di fluidificante sinistro sembra essere il vero anello debole dell'undici partenopeo. Marino è cristallino nelle interviste, compreremo solo qualcuno a sinistra, Savini sembra destinato a partire, direzione serie A, a dimostrazione dei consensi che ha sempre riscosso quando fa il suo vero mestiere. Invece resta al suo posto, fermo è il no della dirigenza sulla sua cessione, per completare la rosa arriva dal Lecce il giovane Erminio Rullo, napoletano di nascita, che sulla carta dovrebbe giocarsi il posto proprio con lui. Una sfiducia che abbatterebbe un toro, ma non Mirko, per cui invece l'arrivo di un serio concorrente segna una vera e propria svolta. Una sola panchina, nel big-match contro il Genoa, poi torna, rabbioso e tirato a lucido, l’unico padrone dell’out sinistro. Le sue sgroppate diventano sempre più frequenti, la sua condizione aumenta in maniera direttamente proporzionale alla sua comprensione del ruolo e il povero Rullo finisce in tribuna. Corre come un forsennato, spinge e difende come il suo opposto Grava, che da fluidificante destro invece ha sempre fatto la sua figura. Non crossa ancora bene, infatti questo continua ad essere il suo punto debole, purtroppo non ha il piede vellutato, ma il fisico c'è eccome.E ci vuole davvero un fisico bestiale per fare quello che fanno lui e Grava. Se ne sono accorti Rullo e Garics, chiamati a sostituirli in Napoli-Vicenza e tornati negli spogliatoi fra i fischi del pubblico, dopo una prestazione indecorosa. Neanche a Crotone l'ex leccese, ormai triste sostituto, ha meritato la sufficienza piena, la nostalgia del Trenino romano è troppa, e dopo la squalifica tornerà saldamente al suo posto, umile gregario in una squadra in difficoltà, che paradossalmente ha perso la sua identità proprio quando Savini è riuscito a ritrovare la propria.  Avrà anche due ferri da stiro al posto dei piedi, ma le sue sgroppate mettono in difficoltà qualunque avversario, costringendolo alla ritirata. Non metterà mai un pallone preciso sul testone statico di Bucchi, ma i suoi dirimpettai non fanno mai troppo male, perché sono più occupati a difendersi dalle sue discese che ad attaccare il fondo. Ha le ali a quei ferri da stiro, Mirko Savini, e speriamo che quelle ali possano dare una mano a far volare il Napoli…

 

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