RIMINI E PIACENZA SPODESTANO LE GRANDI
Più che sugli spalti, stavolta i botti li hanno sparati in campo. Rimini e Piacenza, squadre pirotecniche, hanno fatto più rumore di tutti, tanto da conquistarsi la vetta della classifica. Tanto fumo e poco arrosto per Juventus, Genoa, Bologna e Napoli, ex capoliste fermate su pareggi che hanno storie diverse. Spumeggiante anche il Mantova, che probabilmente segna la fine dell'era-Ficcadenti in quel di Verona. Al contrario, implode il Lecce, che perdendo in casa contro il Vicenza dà probabilmente il definitivo addio al sogno di una seconda Zemanlandia. Si ferma il Frosinone dopo un grande girone di andata, frena l'Albinoleffe che regala un po' di ossigeno al Pescara mentre Crotone-Triestina viene rinviata a gennaio.
Fino a quel giorno, ad Arezzo avranno il tempo di fare una statua a Maurizio Sarri, lo stratega che con una squadra virtualmente condannata alla C1 sta facendo miracoli. L'ultimo è il pari in casa della Juve, il primo passo falso interno dei bianconeri. Una doppietta di Martinetti ha vanificato i gol di Trezeguet e Palladino, e se Madama aveva sempre vinto davanti al proprio pubblico, gli amaranto fuori casa avevano segnato appena un gol. Reti che il Rimini non smette mai di segnare, e lo Spezia non ha fatto eccezione. Acori si accomoda in vetta, saluta tutti dall'alto del suo calcio-champagne fatto con un'orchestra senza solisti. I suoi marcatori si chiamano Jeda e Valiani, il gol di Confalone arriva troppo tardi perché in Romagna la festa era già scattata da un pezzo, complice il poker che il Piacenza ha servito ad un Cesena in crisi. Riccio, una doppietta di Cacia e Campagnaro: serataccia per Castori, la cui difesa si conferma colabrodo, Le due cugine, sfidatesi una settimana fa, si ritrovano in vetta con buona pace delle "big".
Ha da mangiarsi le mani il Genoa, che più di tutte avrebbe meritato di staccare la compagnia. Un rigore sbagliato e due pali è il bilancio della partita contro il Bari. A Gasperini è mancato solo il gol, quello che spesso arrivava inutilmente. Dischetto stonato anche per il Brescia, che ha graziato il Bologna colpito ma non affondato. E dire che Ulivieri era passato con Brioschi, prima che Serafini lo raggiungesse sempre dal dischetto, dal quale Hamsik ha sbagliato per la prima volta. Allenatori navigati è fortunati, vale anche per Reja, perché il Modena spreca l'occasione con Colacone e si divide un punto con il Napoli al di là di qualche episodio arbitrale discutibile.
Ed a proposito di discussioni, a Verona forse siamo già oltre la chiacchiera perché l'avventura di Ficcadenti sembra ormai al capolinea. Vero che l'organico è carente e che il conte Arvedi investirà denaro fresco, ma l'elettroencefalogramma della squadra sembra piatto. Lo ha capito il Mantova, squadra solida come poche e cinica come altre: Mezzanotti, Sommese e Noselli fanno passare un buon Natale a Di Carlo, vicinissimo a quei play-off già collaudati senza fortuna. Malgrado tutto resta in scia l'Albinoleffe, che si ferma sul più bello non riuscendo a battere un Pescara alla deriva, ma forse rivitalizzato dalla notizia dell'imminente cambio societario (l'era Paterna è al tramonto). Ossigeno puro raccolgono Treviso e Vicenza, ma se i gol di Fava, Quadrini e Bradaschia fanno il solletico al Frosinone, quelli di Cavalli affondano un Lecce che neanche Diamoutene è riuscito a tenere in vita. Sdengo precipita, Crotone e Triestina aspettano tempi (meteorologici e non solo) migliori per risalire.