UNA SQUADRA VITTIMA DELLA SUA NORMALITA’

Cade di nuovo in trasferta, il Napoli. Inopinata sconfitta sul terreno in erba sintetica del Menti, che di sicuro non può rappresentare un alibi. Si mangerà le mani il Frosinone (sconfitto in casa venerdì), resta a più quattro il gruppo di Reja che ancora una volta non ha fornito una prestazione incoraggiante né rassicurante. Continua il momento negativo di una capolista che singhiozza, cincischia, affanna. Una capolista sempre più masochista, che si fa del male in ogni trasferta, provando a rimediare in casa ma non dando più – oramai da tempo – l’impressione di solidità e forza che è lecito attendersi. Non ha rubato nulla, la Juve Stabia, questo sia chiaro a tutti. Lascia nuovamente basiti la prestazione di un Napoli che ha stentato ad entrare in partita, molle sulle gambe, fragile in ogni reparto, ma soprattutto nella testa.

E’ difficile analizzare questa stagione che si è intorcigliata d’improvviso, pur se i numeri della classifica la fanno apparire meno brutta di quella che è. Si gioca male, non c’è continuità, nelle ultime 5 trasferte sono arrivati 4 stop.

"Riflettere e reagire", è l’imperativo che fuoriesce dallo spogliatoio. Il solito imperativo, ascoltato anche dopo Massa e Sassari. Adesso si andrà in ritiro. Un ritiro punitivo "per ritrovare la serenità". Ma cosa e chi hanno tolto serenità a questa squadra? Le parole della società che intenderebbero confermare Reja ed il gruppo anche in B? L’incapacità del Frosinone di riprendere il Napoli? L’inconsistenza delle altre squadre del girone? Suvvia! Cosa, allora, non rende sereno questo gruppo?

E’ un malanno misterioso, quello che avvolge il Napoli 2005-‘06, o forse è più evidente di quanto si creda: questa è una squadra normale da più parti sopravvalutata, che manca della personalità necessaria per salutare la compagnia e dare adito al club di cominciare a programmare il futuro. Troppi alti e bassi ostacolano il rilancio, frenano gli entusiasmi, fanno lievitare i dissapori interni e ambientali. De Laurentiis rosica e soffre, da lontano gli è difficile controllare la situazione. Marino è in difficoltà, vorrebbe spaccare tutto, ma per ora si tiene buono. Perché bisogna arrivare in B e poi si vedrà, questo il messaggio emerso dalle sue parole. Gli esami di coscienza non saranno mai pochi, ma soprattutto sono doverosi da parte di tutti. Nessuno escluso!

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