URGE UN ESAME DI COSCIENZA

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Suona l’allarme in casa Napoli. In tre gare, quattro punti: un successo risicato, un pareggio deludente ed una sconfitta meritata. Il più brutto Napoli della stagione cade contro un Perugia grintoso e senza troppe pretese, oltre che incerottato e rabberciato. Il ciclo di ferro inizia nel peggiore dei modi. Tutti attendevamo al varco la squadra di Reja all’inizio di un mese di dicembre molto importante per il destino del campionato. Affonda il Napoli contro una squadra che a novembre aveva raccolto solo due punti in quattro incontri. Un passo del gambero che impone una severa autocritica al di là di quanto possa aver inciso l’arbitro Celi (il peggiore in campo) e di quanto dichiarato negli spogliatoi dello stadio "Curi" (l’ottimismo speriamo sia stato solo di facciata).Il Napoli ha giocato male e deve interrogarsi, probabilmente lo farà già in albergo questa sera, quando risulterà molto difficile prender sonno. L’aggressività del Perugia ha messo in crisi un Napoli meno determinato del solito. Senza idee e senza capacità di saper leggere la partita, troppo molle di fronte al pressing asfissiante dei padroni di casa. Poco o nulla si può salvare della prestazione degli azzurri che soprattutto a centrocampo hanno sofferto molto. Fontana non è mai stato libero di impostare l’azione, e quando lo era è stato impreciso. Bogliacino non ha saputo incidere, confusionario e senza nerbo. Montervino era la controfigura del capitano coraggioso visto fin qui. E così l’attacco risultava senza rifornimenti, servito solo con palloni lunghi ed inutili mentre la difesa –soprattutto nel primo tempo – era mal coperta. In una ripresa in cui il Perugia ha rinunciato a giocare, il Napoli è stato incapace di rendersi pericoloso. Evanescente, disordinato ed in affanno sotto il profilo atletico, non ha mai messo paura a Pinzan. Brutta serata, Napoli giù di tono, nemmeno Reja è stato in grado di leggere la gara e provare a cambiare prima qualche pedina visibilmente in ombra. In attesa dei risultati della domenica, urge un esame di coscienza per cercare di capire perché invece di fare progressi la capolista si sia impantanata. Realismo, non allarmismo. Guardare la realtà senza estremizzare. Ma si abbia il coraggio di farlo altrimenti sarà troppo tardi. Ci sarà un nuovo confronto fra squadra e tecnico, nella speranza che si parli chiaro e si trovino le giuste soluzioni per uscire da questo momento negativo. Poi spetterà anche a Marino trovare alternative più efficienti alla causa.

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