ALESSANDRO RENICA."VOGLIO TORNARE"

ALESSANDRO RENICA."VOGLIO TORNARE" src=
Il mitico libero del Napoli "anni d’oro" ci ha rilasciato questa intervista fra passato, presente e futuro suo e dell’amato Napoli. Come si è trovato a Napoli? E’ perfino troppo scontato dire che mi sono trovato meravigliosamente bene, sono stati anni indimenticabili che porterò sempre nel mio cuore. Eravamo un gruppo solido amici anche al di fuori del campo; del resto nel calcio per vincere servono sì i campioni, ma ci vogliono anche persone serie e capaci di seguire un programma ben definito. Attualmente il Milan e il Chievo sono gli esempi migliori di questa filosofia.Lei arrivò dalla Sampdoria nel 1985, furono i Blucerchiati a volerla cedere o il Napoli a cercarla insistentemente? Un po’ tutti e due, ma devo dire che quel trasferimento è stata la mia fortuna, altrimenti non avrei potuto vincere quello che ho vinto (2 Scudetti, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa Italia, 1 Super Coppa Italiana) e soprattutto non avrei potuto fare la meravigliosa esperienza di vivere a Napoli.Negli occhi di tutti è rimasto quel gol alla Juventus in Coppa Uefa … (Napoli-Juventus 3-0, gol di Alessandro al 119°). E’ stata la mia più grande soddisfazione a livello personale; mi buttai a corpo morto su quel cross di Careca e un attimo dopo mi sentivo sulla luna…. Certo, ci vuole anche fortuna, ma se non ci provi il gol non lo fai! tutto questo però sarebbe stato inutile se successivamente non avessimo vinto la Coppa.Purtroppo nel secondo scudetto le sue presenze furono poche, a causa di un brutto infortunio. Ironia della sorte, mi infortunai seriamente proprio quando segnai un gol (Napoli-Fiorentina 3-2 alla 5ª giornata). Ho comunque ricordi piacevoli di quella stagione dato che in quelle cinque partite realizzai ben due gol che consentirono alla squadra d’involarsi in testa alla classifica, nonostante l’assenza di Maradona, Careca ed Alemao impegnati nelle qualificazioni mondiali. Fu lo zoccolo duro costituito da me, De Napoli, Ferrara, Carnevale a superare senza traumi quel difficile periodo.Dopo sei stagioni nel 1991 lasciò Napoli per la sua Verona; come mai si ritirò a solo 31 anni? Avevo numerosi acciacchi fisici, e poi oltretutto in quell’epoca vi era l’opinione diffusa che riteneva già alla frutta i giocatori che avessero superato la trentina … fortunatamente oggi non è più così.Le sue esperienze da allenatore sono state con la primavera del Vicenza e con il Chioggia: le piacerebbe un’esperienza da tecnico o da dirigente di nuovo a Mergellina? Certo, ma a Napoli per i giocatori del passato è sempre difficile proporsi. Nelle altre squadre solitamente c’è sempre qualche grande ex che ricopre un ruolo più o meno importante. A Napoli, invece, una bandiera come Beppe Bruscolotti non riesce proprio a trovare spazio. E’ davvero un peccato che un uomo come lui, che ha rinunciato anche a numerose offerte di grosse squadre per restare a Napoli non possa mettere a disposizione la sua enorme esperienza.Un pensiero sul Napoli di oggi. Le prospettive sembrano finalmente più che buone; ho letto che le intenzioni sono quelle di riportare la squadra in serie A nel giro di cinque anni, e l’inizio mi sembra positivo; inoltre c’è un manager del calibro di Pier Paolo Marino che già conosce la piazza, e riuscirà a mettere a frutto l’esperienza maturata ad Udine. Farà sicuramente cose buone.Si sente ancora con qualche vecchio compagno? Sono rimasto in contatto con Carnevale, Pecci e soprattutto con Ciro Ferrara che sento abbastanza spesso.Torna a Napoli qualche volta? Certo, ed inoltre verrò a breve, esattamente il 15 novembre prossimo, a festeggiare insieme a Gino Rivieccio i suoi venti anni di teatro. Tornare a Napoli mi da sempre una grandissima emozione. Ringraziamo Renica a cui vanno i più sinceri auguri per il suo futuro da allenatore .

Translate »
error: Content is protected !!