CALCIOPOLI, I 60 GIORNI DELLA GIUSTIZIA SPORTIVA

Il lavoro del nuovo Ufficio Indagini della Figc dovrà concludersi necessariamente entro tre settimane. Lo ha detto Francesco Borrelli, il magistrato al quale è stata affidata la direzione dell’organo investigativo da parte del commissario Guido Rossi. L’Europa non aspetta l’Italia, e l’Uefa pretende la lista dei club da iscrivere alle prossime competizioni internazionali entro il 25 luglio. E’ per questo che in 21 giorni l’Ufficio Indagini dovrà aprire e chiudere i lavori sullo scandalo che ha sconvolto il mondo del calcio. Borrelli ed i suoi collaboratori possono avvalersi del copioso materiale fornito dalla Procura di Napoli, che entro la fine della prossima settimana dovrebbe concludere gli interrogatori. 41 le persone indagate, nei prossimi giorni saranno ascoltati Diego Della Valle, Claudio Lotito e Franco Carraro. I pm napoletani trasmetteranno a Borrelli ulteriore documentazione, ma in Federcalcio potrebbero scegliere di interrogare nuovamente alcuni personaggi pesantemente coinvolti. Concluse le indagini entro due settimane, Borrelli avrà una settimana di tempo per preparare una relazione da passare alla Procura federale a metà giugno. In base a quel che gli 007 scriveranno, il procuratore Stefano Palazzi provvederà a deferire società e tesserati formulando i capi d’accusa. I processi si svolgeranno tutti a Roma: la Disciplinare verrà bypassata per unificare tutti i procedimenti che avranno luogo nella capitale. Palazzi, che l’estate scorsa ha mandato il Genoa in C1, rinvierà a giudizio presso la Caf (presidente Cesare Martellino). La Commissione d’Appello Federale, sentite accusa e difesa, giudicherà gli imputati che potranno ricorrere presso la Corte Federale (presidente Pasquale De Lise), le cui decisioni saranno impugnabili soltanto di fronte alla Camera di Conciliazione ed Arbitrato per lo Sport del Coni. Per il 25 luglio, termine concesso dall’Uefa per la consegna delle liste per le competizioni internazionali, i processi dovrebbero aver avuto fine. Sarà in piena evoluzione, invece, la vicenda che riguarderà le società escluse dai campionati per irregolarità contabili e amministrative su segnalazione della Co.Vi.So.C. I club bocciati dalla Federazione potranno ricorrere, oltre che alla CCA del Coni, anche al Tar del Lazio e, in ultima analisi, al Consiglio di Stato, le cui decisioni saranno vincolanti per la Figc. In questo caso, per avere sentenze inappellabili bisognerà attendere la prima decade di agosto. Solo a quel punto Rossi potrà definire i nuovi campionati. Il commissario non pare intenzionato ad operare rivoluzioni e stravolgimenti dei format dei campionati. L’idea di Corioni è stata accolta con un sorriso: il presidente del Brescia aveva proposto una serie A a 42 squadre, ipotesi che avrebbe cancellato di fatto la serie B. Una categoria che, secondo le ultime indiscrezioni, rischia seriamente di essere impreziosita da qualche club illustre coinvolto nello scandalo. C’è anche chi ipotizza il pugno di ferro della giustizia sportiva, che porterebbe ad una doppia retrocessione per chi dovesse risultare particolarmente coinvolto nello scandalo. Il numero delle squadre toccate da "calciopoli" potrebbe ancora allargarsi. Toccherà esclusivamente a Stefano Palazzi formulare il capo d’imputazione, alla Caf e alla Corte Federale decidere se accogliere le istanze del procuratore. Naturalmente, Palazzi lavorerà sulla base degli incartamenti ricevuti dall’Ufficio Indagini. Chi conosce Borrelli prevede relazioni particolarmente dure, ed il biglietto da visita del Procuratore federale non fa pensare a richieste buoniste. I dirigenti riconosciuti colpevoli rischiano dall’inibizione alla radiazione, mentre per le società le pene vanno dalla penalizzazione di uno o più punti in classifica fino all’esclusione dal campionato di competenza con assegnazione da parte del Consiglio Federale (in questo caso, da parte del commissario straordinario) ad uno dei campionati di categoria inferiore. La pena più severa riporterebbe in gioco per il ripescaggio anche società di B, mentre nel caso le società incriminate fossero retrocesse all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza, ad essere ripescate sarebbero le società di A retrocesse sul campo.

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