COMO- NAPOLI 03-05-87
Quel ramo del lago di Como…senza voler scomodare Alessandro Manzoni, quel 3 maggio 1987 in pratica sancì ormai senza alcun dubbio, che non fosse quello della matematica, che finalmente il Napoli era campione d’ Italia. La gara era in programma per la ventottesima giornata di quell’ indimenticabile 1986 –’87 ( allora il torneo era a sedici squadre e le giornate erano trenta ) e di conseguenza, dopo lo scoglio rappresentato dagli uomini allora guidati da Monsonico, alla fine della stagione mancavano soltanto due giornate. Gli azzurri erano giunti in Lombardia in vantaggio di due punti sull’ Inter di Trapattoni, quel giorno impegnata ad Ascoli contro una squadra a caccia di punti per la salvezza, con l’ handicap inoltre di non poter schierare in attacco il tandem titolare, quello costituito da " Spillo " Altobelli e dal " panzer " Rumenigge, di certo non gli ultimi arrivati. Dopo una stagione in cui metaforicamente, gli uomini di Bianchi avevano sempre tirato la carretta, Maradona e c. stavano un po’ sulle gambe, tanto che solo due domeniche avevano subito la più brutta sconfitta di quel campionato, un secco 3 –0 rimediato al " Bentegodi " di Verona. L’ Inter, grazie alla vittoria conseguita ad Avellino, si era minacciosamente portata a –2, e tale era rimasto il distacco la giornata seguente, grazie a due faticose vittorie ottenute dalle due battistrada rispettivamente contro il Milan e la Fiorentina. Con gli amici del club " Roma Azzurra " ci incamminammo in pullman alla volta della città lariana già allo scoccare della mezzanotte del sabato. Alla guida vi era " Rambo ", così chiamato non certo per essere un cosiddetto " duro ", ma solo per la forte rassomiglianza con Nando De Napoli. Le sue proverbiali qualità da autista anche quella volta non vennero meno, tanto che ci trovammo a Como alle otto della mattina seguente. All’ epoca le gare al fine di stagione prendevano il via alle ore sedici, e dato che Como non è propriamente Las Vegas, ci trovammo di fronte ad un dubbio amletico : Cosa fare ?. Dopo numerosi e cordiali scambi di opinioni con i tifosi di casa, a mezzogiorno eravamo già tutti lì sugli spalti del vecchio " Senigallia ". Il Como, abbondantemente già in salvo da tempo, era composto da giocatori di buona qualità, in particolare con il tandem d’ attacco Borgonovo – Giunta, oltre a schierare in difesa " ‘ O animale " Bruno, il libero Albero, e come terzino Tempestilli, bonariamente poi soprannominato dai tifosi della Roma " Er Cicoria ". Anche il centrocampo non era niente male, capitanato da un regista di grosse doti balistiche, Egidio Notaristefano, frenato però in carriera da numerosi infortuni. Dopo un primo tempo al piccolo trotto, ecco arrivare la lieta novella rappresentata dallo svantaggio dell’ Inter nella tana di Costantino Rozzi. Ora il vantaggio è di tre punti, ma il Como, osservando la placidità mostrata dagli azzurri anche dopo l’ intervallo, iniziò la ripresa più deciso a centrare il risultato di prestigio. Al 61° minuto ecco arrivare la doccia fredda : Salvatore Giunta, da appena quattro minuti subentrato a Todesco, dal limite dell’ area si gira, e la scia partire un magnifico " shoot " che s’ infila alla destra di Garella. L’ Inter è ancora in svantaggio, ma lo schiaffo ricevuto, finalmente risveglia dal torpore il Napoli. Entrano Muro e Volpecina, ma sarà Andrea Carnevale, l’ uomo di tante riscosse in quella stagione, a raggiungere il pari, risolvendo ( aggiustandosi per la verità il pallone con il braccio ) una furibonda mischia in area al minuto 76 °. A fine gara, Giove Pluvio decise che anche per lui era giunto il momento di farsi sentire, costringendoci ad affrontare il viaggio di ritorno bagnati come tanti pulcini. Ma al fine tutto questo a noi poco importava, il Napoli con due sole gare da affrontare aveva tre punti di vantaggio ( ricordiamo che la vittoria valeva due punti ) sull’ Inter, l’ apoteosi che puntualmente giunse il dieci maggio contro la Fiorentina, era finalmente ormai alle porte….