CON IL NAPOLI DUE PESI E DUE MISURE

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Come volevasi dimostrare, gli incidenti seguiti all’incontro di Coppa Italia tra Napoli e Roma hanno avuto quello strascico che tutti prevedevano; di ufficiale c’è la chiusura del San Paolo e la conseguente "sospensione" della partita tra Napoli e Grosseto in programma domenica. La decisione è stata presa dal Prefetto di Napoli Renato Profili e la gara, rinviata ad una data da stabilirsi in accordo tra le due società, probabilmente sarà recuperata in gennaio.

In un primo momento si era pensato di far disputare l’incontro al San Nicola di Bari e c’era stato anche un assenso di massima della società pugliese ma è stata scartata anche quest’ipotesi a causa del mancato benestare della Questura di Bari.

I disordini di giovedì erano stati ampiamente annunciati sui forum di vari siti di tifo sia napoletani che romani e, mescolati ai giallorossi, qualcuno ha addirittura paventato pure la presenza di ultrà laziali venuti non certo per rimirare il golfo che non vedevano dal 2001.

Se fosse vero, sarebbe la sfaccettatura di una rivalità non più calcistica ma che affonda le radici in un campo venutosi a creare per la sempre più massiccia presenza di ideologie politiche nelle curve del tifo.

Si è riusciti a fare in modo che le tifoserie non entrassero in contatto sia prima che dopo la partita e forse è proprio per questo che i teppisti napoletani hanno riversato la loro rabbia contro le Forze dell’Ordine, assaltando il Commissariato dinanzi lo stadio e prendendo poi a sassate la Redazione del quotidiano Cronache di Napoli. Il San Paolo era già diffidato e quindi non poteva che essere automatica la squalifica; questo anche per la presa di posizione delle forze di Polizia che hanno deciso di ribellarsi anche a causa del pesante bilancio da loro pagato in termini di feriti dopo gli incidenti.

Per trovare una analoga iniziativa bisogna tornare ai tempi delle stragi di mafia dei primi Anni ’90 quando, dopo l’eccidio di Via D’Amelio nel quale perse la vita il giudice Borsellino con gli uomini della sua scorta, alcuni agenti dichiararono di non voler più essere "carne da macello".

Questo è ciò che devono considerarsi gli agenti inviati negli stadi nel tentativo di arginare le violenze delle partite cosiddette "a rischio".

Appena una settimana prima si era disputato uno di questi incontri a rischio tra Fiorentina e Juventus, anch’esso valevole per la Coppa Italia; l’incontro è stato sospeso per una buona mezz’ora a causa dei lacrimogeni sparati fuori dello stadio per bloccare sul nascere focolai di violenza. Il vento aveva trasferito all’interno del Franchi il gas irritante e reso così impossibile la prosecuzione della gara. Tuttavia dopo la partita, poi ripresa e regolarmente finita, tutti esprimevano preoccupazione per in nuovo incontro, stavolta di campionato, in programma sempre a Firenze quattro giorni dopo.

"Se in Coppa Italia abbiamo avuto questo primo assaggio, cosa succederà domenica?". La partita si è svolta regolarmente e ha dato meno daffare di quanto si temeva. I fatti di Firenze sono stati preso da più parti come pietra di paragone per ciò che è successo qui; se lì si è permesso di giocare lo stesso incontro, in una condizione se possibile ancora più incandescente, perché qui si è annullata Napoli-Grosseto?

Dopo una prima analisi, la similitudine potrebbe anche reggere poi però diviene via via sempre più scivolosa; all’interno del Franchi non sono stati fatti esplodere un centinaio di petardi, all’esterno non sono state date alle fiamme vetture della Polizia e non è stato assaltato alcun Commissariato. Se la violenza si sfoga contro la Forza Pubblica, come detto prima, la questione non è più solo calcistica, ragion per cui si è deciso di togliere di mezzo tutto, annullando così la partita. Vista anche la recidività dello stadio napoletano si è deciso di usare le maniere forti.

Non sappiamo se questo provvedimento sarà efficace o se farà il gioco di chi vuole creare caos intorno al Napoli, sappiamo solo che "punirà" di sicuro quei tifosi che vedevano nella partita soltanto un’ora e mezza di svago.

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