I gol da palla inattiva, Amir esecutore di un grande schema

Secondo i grandi conoscitori di calcio, la maggior parte dei gol segnati nel calcio moderno (più o meno l’80%) nasce da palla inattiva. Mai affermazione fu più vicina alla realtà assoluta. Eppure non tutte le squadre hanno tiratori scelti, né diretti e né indiretti. Nel Napoli, ad esempio, c’è un certo Insigne che ha questa caratteristica, ed evidentemente tutti lo sanno e si aspettano che il numero 24 tiri fuori dal cilindro la conclusione ad effetto. In verità, uno dei segreti, è prendere alla sprovvista l’avversario, cosa che presuppone lo studio di schemi su calcio piazzato, una delle peculiarità del Napoli che fu di Sarri e che sta ricalcando attualmente, in modo anche più deciso, il Napoli di Spalletti. Già ad esempio il gol di Rrahmani contro l’Udinese è scaturito dal tocco corto di Insigne per Fabian, quindi cross dello spagnolo per Koulibaly, assist per il kossovaro e palla in rete. E tutti a bocca aperta (almeno quelli che non conoscevano e dunque non si aspettavano una simile giocata).

Ebbene, anche a Firenze c’è stato un gol di Rrahmani nato da uno schema su calcio piazzato. “A dire il vero, lo abbiamo copiato dal Borussia Dortmund”, ha ammesso candidamente Spalletti davanti ai microfoni nel post partita fiorentino. Ed è riuscito molto bene. Al 50’ minuto, al Franchi, calcio di punizione per il Napoli. Sulla palla Insigne e Zielinski. Come detto, tutti si aspettano sempre la conclusione in porta oppure il cross di Insigne. Dunque, tutti a guardare il numero 24 che sarebbe partito col suo magico destro. Nessuno si filava Zielinski, anche perché la postura e la posizione del polacco erano propri di un calciatore mancino (cosa che Zielinski, ovviamente, non è). Non c’era nemmeno Mario Rui nelle vicinanze, e questa è stata la grande trovata, perché in questi casi il portoghese sarebbe stato un’altra opzione. Ma non Zielinski. Al di là di questo, come detto e ridetto, in queste occasioni tutti guardano Insigne che effettivamente si è preparava pure, poi faceva anche il tipico sguardo periferico per guardare la posizione di avversari e compagni, cosa che destabilizzava un po’ il castello difensivo architettato da Italiano, ma invece di partire il folletto di Frattamaggiore, partiva col sinistro Zielinski, notoriamente giocatore molto abile con entrambi i piedi, la palla scavalcava compagni e avversari e andava a cercare lo smarcatissimo Rrahmani (a onor del vero alle sue spalle c’era anche Osimhen) in posizione regolarissima e così il difensore ex Verona trasformava quella deliziosa parabola nel gol del 2-1 con un colpo di testa preciso alla sinistra di Dragowski. Immaginiamo che cosa possono aver pensato quelli della Fiorentina (calciatori, tifosi e allenatore). Ora tutti stanno comprendendo che la capolista ha un’arma in più, quei calci di punizione che in altri tempi e con altri allenatori producevano un cross scontato oppure un tiro in porta, ma nessuna sorpresa. Invece con l’ex tecnico di Inter e Roma c’è proprio uno studio maniacale di tutte le variabili che servono per esser pericolosi in tali casi: la posizione degli avversari, la posizione dei compagni, la distanza dalla porta, i movimenti più opportuni per essere imprevedibili, tutte le soluzioni per andare alla conclusione verso la porta avversaria. Tutti questi parametri si sono visti nella punizione che ha portato alla vittoria del Napoli al Franchi di Firenze. E non solo.

Certo, non sempre gli schemi studiati portano al gol, ma ciò che finora abbiamo visto e vedremo ancora nel Napoli, ha già fatto la differenza e contribuito a portare la formazione azzurra in vetta alla classifica della Serie A, a punteggio pieno, dopo sette turni. E dopo la pausa per le nazionali, il Napoli cercherà contro il Torino, al Maradona, l’ottava sinfonia per mandare un altro messaggio al campionato.

EZIO PERRELLA

 

 

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