IL CAPOLAVORO DI PESAOLA

IL CAPOLAVORO DI PESAOLA src=

Dopo l’ amarissima retrocessione avvenuta nel 1961, in un campionato che nelle intenzioni dei tecnici, avrebbe dovuto portare addirittura allo scudetto, furono ben dodici i giocatori azzurri chiamati a dover fare le valigie  ( fra i quali anche nomi come Pivatelli, Gratton, Del Vecchio e Bugatti ). Di contro arrivarono : il capocannoniere dei due precedenti tornei di B, tale Giovanni Fanello da Pizzo Calabro, antesignano alfiere calabro del calcio italiano, un libero elegante come Pierluigi Ronzon dal Verona, il parmense Corelli, “ eroe “ della conquista della Coppa Italia come vedremo in seguito, il portiere Pontel, ed altri 8 elementi, fra i quali ricordiamo il napoletano Rosario Rivellino ed un futuro tecnico, assai in voga fino a qualche tempo fa, Gigi Simoni da Crevalcore ( Bo). In panchina venne scelto un ex  giocatore dell’ immediato dopoguerra, lo svizzero Fioravante Baldi, classico ( nel bene e nel male ) “ sergente di ferro “, il quale, forse troppo esigente anche con sé stesso, già dopo appena nove giornate ( dopo una sconfitta a Messina ), ritenne che fosse il caso di far fagotto presentando le dimissioni. Il Consiglio con Lauro in testa le respinse,  accettandole però dopo un’ altra sconfitta subita alla giornata numero venti ( Novara – Napoli 2 –1 ). Baldi chiuse con un bilancio di 18 punti, con 5 vittorie, 8 pareggi e 7 sconfitte, ben lontano dalla zona – promozione. All’ invito di sedersi sulla panca azzurra, rinunciarono sia Amadei, Monzeglio e Frossi. Cosicché, in quel di Scafati, venne pescato Bruno Pesaola che, da buon giocatore di poker, pur non avendo ancora il patentino per allenare in B, accettò ben volentieri il prestigioso incarico, svincolandosi dalla Scafatese grazie alla comprensiva collaborazione dei dirigenti del club campano. Fu necessario chiedere una deroga federale per il “ Petisso “, il quale esordì al meglio battendo per 2 –0 il Modena al S. Paolo, che alla fine accompagnerà Genoa e Napoli verso l’ avventura nella massima serie. Da quel momento cominciò tutto un altro campionato : diciotto gare, venticinque punti e promozione, con un sol punto di vantaggio nei confronti di Lazio e Verona, le quali, come vedremo, avranno da dolersi non poco per l’ esito finale. Infatti, nel corso di Lazio – Napoli ( 0 –0 ), l’ arbitro Rigato non vide che una punizione battuta da Seghedoni aveva battuto Pontel, ma la palla uscita per un buco presente nella rete, dette ai più ( compresi i giudici di gara ) l’ impressione di essere terminata fuori. Il momento nero avvenne a cavallo della metà di aprile, con due consecutive sconfitte subite in casa da Reggiana e Genoa, con i liguri alla fine trionfalmente primi, con la bellezza di undici punti di vantaggio su Napoli e Modena. Dopo la Lazio, fu il Verona a lagnarsi per presunti favoreggiamenti a favore degli azzurri. Cosa successe ? successe che ci fu un tentativo ( alla fine però non dimostrato con certezza ) da parte di alcuni dirigenti azzurri, di corrompere qualche giocatore veneto in vista del match decisivo del “ Bentegodi “ in programma per l’ ultimo turno, vero e proprio duello al sole per conquistare l’ agognata promozione.

Il tutto si risolse con l’ archiviazione da parte dell’ ufficio inchieste, che non raccolse prove sufficienti per l’ incriminazione.  L’ombra del sospetto gravò per lungo tempo sulla testa della società, ma la gara di Verona venne vinta senza alcun dubbio in maniera regolare, grazie ad una rete di Corelli nel 1° tempo, gol che sancì il sorpasso decisivo ai danni dei veneti proprio sul rush finale. Ma la stagione non terminò affatto con la gara nella Città di Giulietta e Romeo, anzi; prima ed unica squadra in Italia ancor oggi militante in B, il Napoli undici giorni dopo la vittoria di Verona ( 21 –6 – 1962 ), vinse a Roma la Coppa Italia battendo per 2 –1 la Spal del Cav. Mazza, grazie ai gol di Corelli ( ancora decisivo ) e di Ronzon, dopo aver sconfitto in trasferta nei turni eliminatori compagini del calibro di Torino e Roma. Fu la ciliegina sulla torta di una stagione cominciata male e finita benissimo, come meglio non si poteva, con Bruno Pesaola, napoletano ed innamorato dei colori azzurri da sempre, giustamente sugli scudi, che però, a causa di divergenze economiche, non venne confermato per la stagione successiva. Ed il Napoli, mestamente, fece un rapido ritorno nella serie cadetta…   

Translate »
error: Content is protected !!