IL DIRITTO DI SAPERE E IL DOVERE DI VIGILARE

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La bufera che ha investito il mondo del calcio apre scenari impensabili. Retrocessioni a tavolino, squalifiche pesanti e rinnovamento di alte cariche istituzionali non sono semplici ipotesi popolari. Nessuno impedisce al cittadino e allo sportivo di usare la fantasia per andare oltre la realtà: in questi ultimi giorni è sembrato che sia accaduta la stessa cosa. Chi nel calcio investe denaro, tempo e passione ha il diritto di sapere tutta la verità ed ha il dovere di applaudire e ringraziare i magistrati che hanno portato a galla quello che si annuncia come il più grande scandalo pallonaro di tutti i tempi. Proprio per l'entità delle sue dimensioni, il timore è che qualche pesce piccolo possa sfuggire dalla rete di chi sta portando avanti l'inchiesta nel migliore dei modi. Ne abbiamo sentite troppe in poco tempo, ne sentiremo ancora tante. Chi auspica un azzeramento totale probabilmente ha ragione. D’altra parte, andare avanti facendo finta di nulla sarebbe impossibile. C'è bisogno di ridare certezze a chi è rimasto prigioniero di una cultura del sospetto rivelatasi fondata. L'opinione pubblica su molti personaggi ha già espresso la propria sentenza: la gente ha già radiato diversi "uomini di sport" che d'ora in avanti con lo sport avranno poco a che fare. Fiducia nella giustizia ordinaria, e sforziamoci di fidarci anche dei giudici sportivi: anche dalle loro decisioni potremo capire se è possibile una seconda repubblica del pallone. Con eleganza, maturità e sportività Napoli saprà vigilare su tutto quanto sta accadendo. Pronta a riprendersi quanto le è stato tolto.

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