LUCCHESE CON LE POLVERI BAGNATE

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Discreta, nonostante la sconfitta, la prestazione della formazione di Gigi Simoni. Compatta in difesa, discreta a centrocampo, presenta come unico difetto una scarsa incisività in fase propositiva, dettata sia dal baricentro basso che dalla scarsa vena del bomber Masini, poco ispirato, nonostante la generosità di Carruezzo. Su tutti, spicca la prova dei due centrali difensivi Bellucci e Geraldi, un mix assortito di esperienza e qualità. BRUNNER. Incolpevole in occasione del gol-capolavoro di Bogliacino, conduce una gara sul filo dell’ordinaria amministrazione. Nella ripresa, si distingue anche in un paio di occasioni. 6CAMPANA. Chiamato per lo più a contenere i danni che provoca sulla corsia mancina azzurra la premiata ditta Lacrimini-Bogliacino. Non sempre risulta essere lucido e puntuale come le circostanze richiederebbero, ma talvolta riesce a metterci anche qualche pezza. 6BELLUCCI. Si appiccica a Sosa come un francobollo e non lo lascia stare un secondo, limitando in maniera considerevole il raggio d’azione del centravanti argentino. Sempre puntuale e preciso in ogni circostanza. 6.5GERALDI. Disputa una gara praticamente perfetta, con conseguente brutta figura per Calaiò, alla cui costante osservazione l’ex crotonese è stato predisposto da Simoni. Gioca sistematicamente di anticipo, costringendo il centravanti siciliano ad arretrare per cercare di rimediare qualche pallone giocabile. 6.5MANNUCCI. La fascia sinistra è forse il punto debole della Lucchese. Il neoacquisto rossonero, almeno al San Paolo, non si è sforzato molto per fare eccezione, anche a causa di condizioni fisiche piuttosto precarie. Soffre sia la vivacità di Capparella, il cui predicare ha trovato dinanzi a sé il deserto, che le sue continue sovrapposizioni con Grava. Al di là di tutto, non è parso integrato nei meccanismi tattici di Simoni. 5GUIDI. Non giudicabile. BONFANTI. Parte lateralmente sulla corsia mancina, non disdegnando qualche inversione di fascia, ma funge costantemente a supporto del tandem offensivo ogni qualvolta il fronte di gioco tende a ribaltarsi. Esperienza e qualità in ogni momento. Il problema è che i compagni non riescono a servirlo con costanza e la manovra complessiva ne risente in maniera determinante. Cala nella ripresa. 5.5FABIANO. Giovane dinamico, con la sua vivacità conferisce vivacità ad una zona nevralgica del campo che altrimenti risulterebbe abulica e troppo soggetta agli accentramenti di Bonfanti. Riesce a rendersi più volte pericoloso in fase conclusiva, costruendo da solo l’unica vera azione pericolosa di tutta la prima frazione di gioco, eccezion fatta per il gol di Bogliacino. Corre come un dannato nel corso della prima frazione di gioco e quando termina la benzina Simoni gli preferisce Konè. 6KONÈ. Dovrebbe conferire ulteriore vivacità alla manovra di centrocampo, ma il suo apporto si rivela scarsamente incisivo. 5NAPOLIONI. Il suo apporto, anziché consistere nel dettar tempi e pause alla manovra rossonera, si limita essenzialmente alla fase interdittiva, con la vivacità di Montervino ed i costanti rientri di Calaiò che non gli hanno dato fiato per tutto il corso del match. 5.5MAGNANI. Ha la sfortuna di trovare dinanzi a sé un Grava in giornata di grazia. Complessivamente combina molto poco ed i compagni, del resto, neppure lo cercano con particolare insistenza. Giusto il cambio nella ripresa. 5STURBA. Mezz’ora in campo. Prova a dare vivacità al fronte offensivo, giostrando quasi da terzo attaccante, ma volendo strafare finisce per risultare poco incisivo. 5.5MASINI. Le compagini di Gigi Simoni, è noto, si distinguono per avere un baricentro di gioco decisamente basso. Capita, perciò, che i terminali offensivi si ritrovino, specie in gare come quella di oggi, a ricevere ben pochi palloni giocabili. A differenza di Carruezzo, preferisce starsene buono buono lì ad aspettare nella morsa dei centrali difensivi partenopei, nell’attesa di poter mordere sfruttando quando se ne presenti l’opportunità. Quando in un’unica circostanza ha l’occasione buona, non la sfrutta a dovere. 5.5CARRUEZZO. Trentasette anni e non sentirli. In quello che qualche stagione fa fu il suo stadio (ai tempi del Savoia di Moxedano, con i biancoscudati costretti per tre lunghe annate ad emigrare dal "Giraud") il centravanti brindisino corre come un dannato, caricandosi sulle proprie spalle il peso dell’attacco e lasciando a Masini il compito di provare a colpire. 6ALL. SIMONI. Commette l’unico errore nell’atto di preferire l’acciaccato Mannucci al più fresco Guidi sulla corsia sinistra della linea difensiva a quattro. Errore che, comunque, non risulta determinante ai fini del risultato finale. Presenta una squadra compatta, anche se prevalentemente votata alla fase difensiva. Nella ripresa, prova a cambiare le carte in tavola gettando nella mischia Sturba ed optando per un 4-4-2 con esterni di centrocampo prettamente votati alla fase offensiva. Soffre l’assenza di Lulù Oliveira, che gli avrebbe consentito l’impostazione di un finale di gara certamente diverso. 6

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