NEL DESERTO DI FUORIGROTTA

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Si ricomincia. Tutti in campo, nessuno sugli spalti. Il calcio si chiude dentro, lo fa dopo mesi di deroghe in barba alle leggi vigenti. Gli impianti non in regola mettono il lucchetto ai settori riservati al pubblico pagante e ai poveri abbonati. Chiude anche il "San Paolo": mancano i tornelli, manca la videosorveglianza, manca anche altro. Il Napoli e il Comune si affretteranno, ma la burocrazia rischia di provocare un danno economico (e sportivo) non indifferente. La corsa contro il tempo è partita, il calendario non aiuta. Fino alla fine della stagione la squadra di Reja giocherà a Fuorigrotta dieci volte, e il rischio concreto è quello di vedere almeno sei di queste gare senza l'ombra di un tifoso sulle gradinate. Per Napoli-Piacenza (sabato prossimo, 10 febbraio), Napoli-Arezzo (18 febbraio) e Napoli-Spezia (3 marzo) non ci sono speranze, servirebbe un miracolo per Napoli-Vicenza (13 marzo), Napoli-Albinoleffe (21 marzo) e Napoli-Bari (31 marzo). Se i lavori per la messa in sicurezza partiranno a breve, si potranno riaprire le porte in occasione di Napoli-Pescara (14 aprile) e Napoli-Cesena (28 aprile), mentre per Napoli-Modena (19 maggio) e Napoli-Lecce (3 giugno), più le eventuali gare dei play-off, il pericolo sembra scongiurato.

In attesa di conoscere quando il "San Paolo" potrà riaprire le porte ai tifosi, si fa la conta dei danni. Mentre le associazioni di consumatori promettono cause di risarcimento danni, gli abbonati sono sul piede di guerra, pronti a chiedere il rimborso alla società. Il club di De Laurentiis, dal punto di vista economico, subirà un danno stimato fra 1 e 2 milioni di euro per mancati incassi al botteghino. Passando all'aspetto prettamente sportivo, neanche Reja può dirsi tranquillo. Negli ultimi anni, il Napoli ha giocato sei volte a "porte chiuse". Nel 2003, a causa degli incidenti di Avellino, la società fu costretta all'esilio di Campobasso, dove disputò cinque gare di campionato senza pubblico: Napoli-Ascoli (1-1), Napoli-Livorno (0-0), Napoli-Vicenza (1-1), Napoli-Torino (2-2) e Napoli-Salernitana (0-0). In pareggio è terminata anche Napoli-Mantova (0-0), giocata quest'anno a Perugia per la squalifica del "San Paolo" in seguito ai petardi fatti esplodere durante il match contro il Frosinone.

Non hanno di questi problemi le dirette rivali per la promozione: sia Juventus che Genoa giocheranno regolarmente le gare interne, avvalendosi del supporto del proprio pubblico. Ed anche il Bologna presto potrà contare sul suo "Dall'Ara", mentre Mantova e Rimini, avendo stadi con capienza inferiore a 10mila unità, possono usufruire dei propri impianti senza adeguarsi alle normative disposte dal decreto Pisanu. A Napoli e al Napoli non resta che limitare i danni, secondo i patti fra le parti: il Comune dovrà farsi carico dell'installazione di un impianto di videosorveglianza e di ricoprire con pannelli di plexiglas il fossato fra gli spalti e la pista di atletica; la Ssc Napoli dovrà invece provvedere a dotare l'esterno dei tornelli e delle serpentine per il prefiltraggio del pubblico, completando la recinzione metallica. Il tutto per riaprire al più presto alla gente e ripartire dall'ultima cartolina napoletana: tifosi del Napoli e del Genoa che sfilano abbracciati dentro e fuori lo stadio.

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