Non è mai tardi per cambiare

Mancano quattro gare alla fine di questa anomala stagione in cui il Napoli, da Campione d’Italia, rischia di restare fuori dalle coppe europee.

Dalla gara con la Roma esce un Napoli che Calzona ha definito “in crescita” anche se, ancora una volta, le amnesie difensive hanno portato ad un pareggio evitabile. Si è costruito tanto ma finalizzato poco e al primo errore si è stati puniti. Ora che non c’è più nulla da perdere, è il momento per Calzona di lasciare alle spalle il 4-3-3 e lanciare la squadra in un 4-2-3-1 che può diventare anche il modulo del futuro.

L’infortunio di Zielinski poteva aprire le porte per proseguire nel 4-3-3 provando ancora Traorè da mezz’ala sinistra. L’ivoriano, però, ha accusato un fastidioso acciacco e dolore per una vite nel piede, figlia di in un intervento del 2022. Per questo motivo anche il suo impiego a pieno regime non è così scontato, tanto che domenica è stato Cajuste a prendersi il posto da titolare. Il Napoli, però, adesso è all’epilogo di questa stagione e non può restare rigido negli schemi che non lo hanno portato a nulla fino ad oggi, anzi… L’Europa è lontana e adesso andrebbe provato qualcosa di nuovo per esaltare le qualità di altri giocatori. Raspadori o Lindstrom dietro Osimhen, con Politano (o Ngonge) e Kvara ai lati, in un 4-2-3-1, rappresenta l’unica soluzione praticabile per provare a chiudere decentemente queste ultime quattro partite e ritrovare anche qualche spiraglio di luce in vista della prossima stagione. Serve dare una spinta diversa ad una squadra che equilibrio non lo trova neanche con il 4-3-3 visto che subisce sempre gol ormai da 15 partite di cui 13 in campionato e rischia di restare fuori dalle coppe europee. Meglio, quindi, osare con Lobotka e Cajuste ( o Anguissa) a coprire la mediana dando ulteriore scudo alla sbandata linea difensiva. Meglio provare a fare un gol in più perchè ormai sembra difficile non prenderlo.

Vedremo se questo cambio modulo diventerà realtà e magari riesca a chiarire anche le idee alla società sulla conferma o meno di alcuni calciatori, oltre che nella scelta del prossimo tecnico a cui sarà affidata una rinascita tecnico-tattica di una squadra senza più capo ne coda. Non è mai tardi per cambiare.

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