RENZO ULIVIERI E IL SUO FALLIMENTO NAPOLETANO
La stagione 98-99 dopo l’opinata retrocessione dell’anno precedente con record minimo di punti conquistati si apriva all’insegna del grande ottimismo in città. Si ripartiva dalla serie cadetta con due uomini però di sicuro affidamento: Totonno Juliano come direttore generale e Renzo Ulivieri come allenatore. Il profeta comunista di San Miniato giungeva all’ombra del Vesuvio con delle alte credenziali, successi e spettacolo con il suo Bologna. Nel giorno della sua presentazione e nel corso del ritiro con la sua dialettica aveva incantato tifosi e addetti ai lavoratori annunciando che si sarebbe andati dritti in A e soprattutto lo si sarebbe fatto all’insegna del gran gioco. In realtà la stagione fu un’ ecatombe, un vero fiasco calcistico non solo dal punto di vista dei risultati ma anche dell’immagine e della dignita calcitica. Nulla di quanto promesso dal "Lenin" di San Miniato si avverò sul campo anzi, si arrivò solo noni non mettendo mai in luce delle trame di gioco apprezzabili. Le sue teorie e dissertazioni facevano il giro dei giornali, dei network radiofonici , dei giornali. "La mia squadra è una squadra femmina preferisce farsi attaccare che attaccare, la mia squadra deve essere lunga e larga in campo….." Insomma queste sue teorie e i suoi appunti maniacali che prendeva durante le partite lasciavano il tempo che trovavano, sul campo infatti i punti erano ad appannaggio degli avversari soprattutto le figuracce non mancavano. Si iniziò subito ad agosto quando il Napoli si fece eliminare al primo turno di coppa Italia dalla Lucchese 2-2 in Toscana e 0-2 in casa. Fu questa la prima avvisaglia di una stagione tormentata. Ma l’esordio del torneo fu ancora peggiore, si perse in casa 1-2 contro il neopromosso Cosenza nonostante i calabresi fossero rimasti in inferiorità numerica! Dopo di che si procedette con risultati alterni ma sempre molto deludenti, le perle di Ulivieri furono aver ceduto sei punti al Cosenza tra andata e ritorno, 4 punti al retrocesso Andria, addirittura pareggio acciuffato in casa solo al 92’ su un dubbio rigore, la ignominiosa sconfitta casalinga interna contro il Ravenna per 2 a 4! Per non dire delle sue scelte in sede di mercato. Il tecnico toscano volle a tutti i costi a Napoli: Shalimov e Scapolo due suoi fedelissimi che rappresentarono un flop completo, ancora peggio fu l’acquisto dell’ariete Murgita che non realizzava una rete nemmeno solo davanti alla porta! Ma il tecnico si superò nel mercatino di riparazione caldeggiando l’acquisto dei derelitti Vecchiola e Mezzanotti che a detta del tecnico erano serviti per cambiare un po’di facce nello spogliatoio! Il Sig. Ulivieri si distinse inoltre per la sua poco educazione in campo e fuori dal campo, spessissimo fu espulso dai direttori di gara e di sovente preferiva non parlare con i cronisti che lo incalzavano affinché giustificasse gli scempi che si vedevano in campo la domenica dopo che lui in settimana aveva profetizzato vittorie e spettacolo. Nonostante Ferlaino volesse cacciarlo alla fine del girone d’andata dopo la sconfitta di Lecce rimase in sella grazie al patto d’acciaio che strinse con Juliano che si oppose fermamente al suo esonero. Solamente a tre giornate dalla fine dopo l’ennesima sconfitta a Lucca, l’ing. Ferlaino decise che era ora che l’avventura dell’ ex tecnico del Bologna dovesse terminare anzitempo al pari di quella di Juliano. Renzo Ulivieri, autore di diversi flop degli ultimi anni con diverse squadre, non ha lasciato il segno nella storia gloriosa del Napoli, anzi lo si ricorderà come uno dei peggiori allenatori che ha allenato il Napoli negli ultimi venti anni al pari di Galeone, Guerini e Mondonico. D’altra parte basta ricordare che il suo schema di gioco offensivo prevedeva il lancio lungo dalla difesa di Baldini per la testa di Murgita……… aggiungere altro è del tutto pleonastico