SIMONI:"NAPOLI VA IN B,MA POI BISOGNA RINFORZARLO"

Gigi Simoni è uno degli allenatori più amati della storia del calcio italiano per il suo stile misurato e mai sopra le righe, per la finezza dell’eloquio, il portamento e per tutte quelle qualità che fanno di questo tecnico un vero signore. Come ‘mister’ ha passato in rassegna un numero veramente considerevole di squadre e forse sono in pochi a sapere che la sua è una delle carriere di più lungo corso all’interno del tormentato universo calcistico. Eppure la prima panchina di Simoni, nato a Crevalcore (Bologna) il 22 gennaio 1939, fu addirittura quella del Genoa, nell’ormai lontana stagione 1974/75. La cosa appare ancora più stupefacente se si pensa che Simoni aveva alle spalle un’onorata carriera di calciatore nella stessa squadra ligure e che negli anni ha indossato le maglie di Mantova, Napoli, Torino, Juventus e Brescia. Gigi Simoni è un uomo che non deve dire grazie a nessuno. Tutto ciò che ha conquistato in termini sportivi lo deve solo alla sua capacità e alla sua leggendaria testardaggine, avvolta però in una glassa di pan di zucchero. Questo fenomenale intuito, questa capacità unica di rapportarsi con i giocatori e di motivare una squadra sono anche alla base del suo successo in Coppa UEFA quando un’Inter in perenne crisi lo chiama in panchina nel tentativo di ridarsi fiato e speranza. Alla fine dell’esperienza milanese (1997-1999) il bilancio sarà magro anche se, ad oggi, rimane l’unico allenatore ad aver vinto qualcosa nella travagliata era Moratti.Oltre al Napoli, ha allenato anche il Pisa, il Brescia, la Cremonese, la Carrarese, l’Ancona, il Piacenza, il Torino, il CSKA Sofia (che rappresenta la sua unica esperienza all’estero) e il Siena.

Mister Simoni, cosa mancò al suo Napoli, lo scorso anno, per poter puntare alla promozione in serie A?

"Sinceramente non saprei. Probabilmente se a gennaio fossero arrivati quei calciatori che i era programmato di prendere avremmo potuto fare certamente qualcosina in più".

Quanto sono state diverse le sue due avventure al timone della squadra azzurra?

"Abbastanza, direi. Nella prima c’erano calciatori di valore e poi era una squadra che avevamo costruito noi. Per quanto riguarda la seconda, sono arrivato a novembre con una squadra non scelta da me anche se c’erano elementi di valore che ora stanno facendo la fortuna di tante squadre. Basti vedere i campionati che stanno giocando Portanova a Siena, Tosto e Zanini a Genova per rendersi conto che quella dall’anno scorso era una buona squadra. Inoltre ci sono stati tanti fattori negativi. Credo che se Naldi avesse avuto intenzione di andare avanti mettendo qualche altro soldino, con quella squadra leggermente ritoccata, si sarebbe potuto puntare alla serie A".

E’ vero che se la società di Naldi non fosse fallita lei sarebbe diventato il nuovo d.t. azzurro con Mario Somma in panchina?

"Non è assolutamente vero. Naldi mi voleva confermare in panchina per continuare il suo progetto e, in questo senso, avevamo iniziato a parlarne anche se si doveva vedere quale fosse stato il futuro della società. Purtroppo tutti sanno come è andata a finire…".

Le farebbe piacere tornare a Napoli visto anche l’ambizioso programma di De Laurentiis?

"Come si fa a rispondere di no! Sono innamorato di Napoli e della sua gente, anche se non credo che questa sia un ipotesi percorribile. Il Napoli ha un ottimo staff: Marino è un dirigente competente e Reja ha esperienza da vendere. Stanno lavorando benissimo e gli auguro la promozione in B".

Come vede questo Napoli e la nuova società di De Laurentiis?

"Sicuramente è un ottima squadra per la categoria, anche se per la B andrà rinforzata. Se ci fossero stati questi elementi dall’inizio della stagione ora sicuramente staremmo a parlare di una squadra al comando del suo girone. Per quanto riguarda De Laurentiis ci ha messo oltre i soldi anche tanta passione. Ha progetti ambiziosi e interessanti, spero che porti il Napoli ai vertici del calcio".

Dopo l’esonero di Siena i giornali hanno riportato una sua dichiarazione dove lei accusava la GEA di averla fatta fuori per rimettere nel giro un allenatore della sua scuderia. Quanto c’è di vero in quelle affermazioni?

"Assolutamente niente! Quella frase non l’ho mai detta ne pensata. Inoltre, non ho mai attaccato la GEA perché non mi ha fatto nessun torto. Non ho assolutamente niente contro di loro e chi scrive questo scrive il falso ma a me non interessa e vado avanti per la mia strada. La GEA, tempo fa, mi chiese di diventare un suo associato ma a me non piaceva e rifiutai. Questo, comunque, non c’entra nulla con tutta questa vicenda".

Qual è il futuro di Gigi Simoni?"Non ne ho idea. Ho avuto qualche richiesta dall’estero ma ho rifiutato perché per ora non ho voglia di lasciare l’Italia. Al momento resto a guardare, la prossima stagione si vedrà".

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