ULTIMA ATTO: A A 21 O B A 23

Il Consiglio di Stato, come l’anno scorso, ha accolto soltanto due ricorsi. L’estate scorsa fu la volta di Como e Viterbo, quest’anno è toccato ad altre due squadre di serie C: Gela e Torres. Le due isolane, grazie anche allo Statuto speciale delle due regioni, conservano una C1 che era stata tolta loro dalla Covisoc in prima istanza, e in seguito da Coavisoc, Cca Coni e Tar del Lazio. L’hanno spuntata all’ultimo secondo, visto che un’ulteriore bocciatura avrebbe fatto scomparire il calcio professionistico dalle loro città. Respinti tutti gli altri ricorsi: il Torino perde la A, Perugia e Salernitana la B, Benevento e Spal la C1, Imolese e Rosetana la C2. Queste due ultime squadre ripartiranno dai campionati dilettantistici. Le altre hanno richiesto l’applicazione del Lodo Petrucci, e presto sapranno ufficialmente se potranno ricominciare dalla categoria inferiore. Respinti anche i ricorsi di Figc, Bologna e Napoli contro la riammissione in A del Messina, così come quello del Verona contro l’iscrizione in B dell’Ascoli. Bocciati anche gli incartamenti dei legali del Napoli che chiedevano l’esclusione dalla B di Pescara e Vicenza. Salve, in sostanza, le squadre che non potevano usufruire del Lodo Petrucci. A Palazzo Spada la giornata è stata lunga. Un ricorso dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Quattro ore di udienze, con il Napoli che ha tenuto impegnati i giudici per più di un’ora. Minervini, Vinti e Chiacchio, terminate le audizioni, parevano soddisfatti: "I giudici hanno chiesto ai legali di Pescara e Vicenza quando avessero pagato l’Inail: buon segno". Invece, quei termini perentori tanto invocati dall’ordinamento sportivo non sono stati fatti rispettare dall’ordinamento amministrativo: i ritardi nei pagamenti di Messina (tredici giorni), Pescara (otto giorni), Vicenza (venti giorni) Gela (trentanove giorni) e Torres (diciotto giorni) sono passati quasi inosservati. Precedenti che saranno copiosa giurisprudenza per chi, l’anno prossimo, non pagherà per tempo: dopo quanto successo quest’anno, sarà molto difficile escludere le società di calcio. Delusi i legali del Napoli, che speravano in una sentenza diversa. Sarebbe bastato che il Messina fosse nuovamente escluso dalla A, o che solo una fra Pescara e Vicenza venisse giudicata non in regola. Non è accaduto nulla di tutto ciò, e la sconfitta è stata pesante. Dai dieci ricorsi originari si è arrivati a due, tutti respinti anche se in buona compagnia. Resterà la (magra) consolazione dell’avvenuto riconoscimento dell’Inail come ente previdenziale, e come tale requisito indispensabile per l’iscrizione ai campionati. Ma resterà anche l’atto con il quale giudici statali hanno calpestato la perentorietà dei termini. Il Consiglio Federale convocato per giovedì alle ore 12 dovrebbe pertanto ratificare le decisioni del Consiglio di Stato: togliere la A al Torino e al Genoa per la condanna della Caf ripescando così Treviso e Ascoli; estromettere dalla B Perugia e Salernitana, ripescando Vicenza, Pescara e Catanzaro; cancellare Andria, Benevento, Spal, Reggiana e Venezia dalla C1, al cui posto ci sarebbero Chieti, Juve Stabia, Monza e San Marino; togliere dal calcio professionistico Como, Imolese, Rosetana e Sora e ammettere in C2 Città di Jesolo ed una fra Morro d’Oro, Fano e Biellese. Difficilmente, tuttavia, il Consiglio Federale ratificherà alcun provvedimento, in virtù del dispositivo con il quale il Tribunale di Genova ha vietato alla stessa Federcalcio di stilare i calendari di A e di B senza il Genoa. Le parti dovranno comparire in aula il 16 agosto. Tempi abbastanza lunghi per la Federcalcio, alla quale i verdetti della giustizia amministrativa neanche sono troppo piaciuti. Anche il Tribunale di Napoli, tra l’altro, è vigile: la curatela fallimentare, dopo aver letto le motivazioni del Consiglio di Stato, potrebbe infatti muoversi chiedendo i danni alla Federcalcio in caso di mancata riammissione in B del Napoli. Il professor Fimmanò ha invece studiato la famosa norma che disciplina i ripescaggi in B e in C1. Di riflesso, il Napoli potrebbe essere interessato dall’esito del ricorso presso la Cca del Coni promosso da Palazzolo, Prato e Lodigiani, che chiedono la disapplicazione della norma che vieta, in C, il ripescaggio-bis a chi ne ha già usufruito negli ultimi cinque anni. Se il Coni, come sembra, respingerà il ricorso delle tre squadre, la curatela potrebbe contrattaccare con un ulteriore asso nella manica, fermo restando il mancato rispetto dei termini perentori da parte di più squadre. Pescara e Vicenza hanno portato avanti le proprie controdeduzioni in tutti i gradi di giudizio, senza mai essere sconfitte. Tuttavia, le due società hanno prodotto autocertificazioni fasulle sui dati Inail: il Pescara ha pagato l’8 luglio, il Vicenza il 20. I due club rischiano pertanto un deferimento per illecito amministrativo, come preannunciato dalla Figc davanti alla Cca del Coni, nel corso delle prime udienze promosse dal Napoli. Il Consiglio di Stato, nella sentenza, ha invitato la Figc a valutare con attenzione il caso. Le speranze di serie B per il Napoli passano soltanto attraverso un allargamento dei campionati, a meno che la richiesta di Lodo Petrucci del Torino non venga bocciata. Una A a 21 squadre o una B a 23 le possibilità, sempre che il Genoa non possa addirittura aggiungersi e riportare in parità numerica il numero delle squadre. Il Bologna resta un prezioso alleato, visto che il club del presidente Gazzoni non molla sul caso-Reggina, iscrittasi in maniera irregolare. Ma Carraro potrebbe anche decidere, dietro pressioni politiche e mediatiche (Sky su tutti) di inserire il Napoli in una serie cadetta a numero dispari. La Federcalcio, viceversa, si troverebbe inondata di richieste di risarcimento danni: in fondo, è stato proprio il Consiglio Federale del 15 luglio a calpestare per la prima volta la perentorietà dei termini, avallando il provvedimento con il quale la Coavisoc allungava i termini perentori al 12 luglio. Il prossimo conclave in via Allegri, in programma giovedì 11 o venerdì 19 luglio, potrebbe optare per un "atto riparatorio" che la salverebbe da guai maggiori se non da un commissariamento immediato.

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